CIVITAVECCHIA – Quattro possibili trasformazioni future per l’ex caserma De Carolis. Sono quelli contenuti nello studio di fattibilità socio-economico e di sostenibilità urbanistica ed ambientale, che sarà portato all’attenzione del consiglio comunale di domani. La struttura è stata utilizzata negli anni passati come centro di accoglienza, non senza polemiche, per poi tornare nel dimenticatoio, nonostante i suoi preziosi sei ettari sulla Braccianese Claudia, rientranti nel processo di sdemanializzazione iniziato qualche anno fa. Già nel 2020 Comune e Demanio si erano incontrati per un’intesa sulla valorizzazione dell’ex caserma; e oggi lo studio di fattibilità rientra in questo percorso. In particolare il lavoro iniziò con l’allora assessore Leonardo Roscioni che aveva già predisposto la delibera, con lo studio di fattibilità, proprio nel 2020. Un documento rimasto in sospeso in questi anni ed oggi pronto per essere portato in discussione in Consiglio comunale. 
Quale potrebbe essere il più idoneo mix funzionale da attribuire all’ex area militare?

LE IPOTESI Nello studio sono stati ipotizzati quattro possibili scenari funzionali che hanno come driver comune la blue economy. Si parte dal Polo nautico con una vasta area destinata alla cantieristica per la nautica da diporto e sportiva, l’insediamento di una scuola di formazione di discipline nautiche ed un piccolo centro di commercio di dettaglio di accessori nautici. Poi un Polo sanitario, con un centro di ricerca ed attività medica, laboratori farmaceutici da biotecnologie marine ed anche un’area da destinare a piscina per terapia assistita con delfini. Ancora un Polo turistico che potrebbe comprendere un acquario, un museo delle biodiversità marine e strutture di supporto come alloggi e ristorazione. Infine un Polo tecnologico, che potrebbe ospitare un istituto di ricerca sulle energie rinnovabili marine, una scuola di acquacoltura, un hub tecnologico come spazio aggregatore di impese innovative e startup di Pmi. Una veste tutta nuova per la De Carolis, con lo studio di fattibilità che indirizzerà poi le scelte dell’Amministrazione in merito alla necessaria variante urbanistica.

©RIPRODUZIONE RISERVATA