CIVITAVECCHIA – Una mozione che fa discutere, quella approvata nei giorni scorsi dal consiglio comunale dei giovani, contro “la diffusione dei regolamenti scolastici sulla cosiddetta carriera Alias”. Primo firmatario Alessandro Maria Panizza, dirigente provinciale di Gioventù Nazionale. «La mozione parla chiaro - ha spiegato - non si può, senza certificazioni di alcun tipo (diagnosi di disforia di genere, avviamento del cambio del nome anagrafico ecc...), manomettere nei registri ufficiali della scuola i dati anagrafici di uno studente minorenne, né tantomeno in virtù di un'apparente "autodeterminazione" si può pensare di dare la possibilità a uno studente (per esempio) maschio di accedere alle competizioni sportive femminili e/o bagni e spogliatoi del sesso opposto a quello manifestato nell'estetica e nella legge. Crediamo che una legge in tal senso non sia una vittoria di emancipazione di una minoranza ma una sconfitta, in termini di privacy, giustizia e legalità». Dichiarazione arrivata dopo l’intervento sui social dell’ex sindaco del M5S Antonio Cozzolino, presente alla seduta, il quale ha stigmatizzato l’approvazione del documento. «Dei ragazzi hanno votato per limitare la libertà personale di loro coetanei con motivazioni che vanno dai vizi costituzionali di questi regolamenti - ha spiegato - alla violazione del codice penale in merito alla "sostituzione di persona" ma che alla fine confluiscono tutte in uno squallido "lo facciamo per loro". Ragazzi mediamente di 20 anni (l'età per partecipare va dai 16 ai 25) hanno chiesto alla Regione e la Governo di vietare che nelle scuole alcuni loro compagni potessero chiedere di essere chiamati, e figurare nei registri, con il nome che avevano scelto di portare una volta conclusa la loro transizione di genere. Non si discuteva di come gestire gli spazi comuni o le competizioni sportive. Si votava sulla necessità di cancellare queste persone dalle procedure formali della scuola: non devono esistere e se esistono, io non le vedo». A ribadire l’importanza della diffusione della carriera alias nelle scuole la Rete degli Studenti Medi di Civitavecchia. «Uno strumento di civiltà - hanno spiegato - che permette a delle persone di vivere l’ambiente scolastico in serenità. Ci sembra assurdo che si voti un atto simile e che si spacci come rappresentativo della nostra generazione, perché non lo è». E attaccano la maggioranza del consiglio, «espressione di una minoranza transfobica e omofoba, che fa finta di non vedere la realtà». Critiche rispedite al mittente, da parte del presidente del consiglio Manuel Gregori (nella foto). «L'unico interesse della maggioranza - ha chiarito - è quello di difendere il diritto dei minori ad essere protetti dalle manipolazioni che potrebbero derivare da associazioni o collettivi. Desidero ricordare a tutti che la Consulta dei Giovani di Civitavecchia rappresenta una parte considerevole di giovani cittadini, e siamo determinati a portare avanti le nostre idee e principi, senza paura di confrontarci con le sfide che ci si presentano».