Invece degli stracci, su Palazzo dei Priori “volano” rifiuti. Dopo la storia infinita delle proroghe dell’appalto ponte, l’aggiudicazione del pluriennale che doveva mettere un punto fermo alla situazione si sta invece rivelando una “trappola” di carte bollate.

L’ultimo ricorso, in ordine di tempo, al tribunale amministrativo per dirimere una vicenda sempre più ingarbugliata è stato presentato da Gesenu e Cosp Tecno service, che tramite Viterbo Ambiente gestisce il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti sul territorio comunale da anni, comprese le numerose proroghe.

A Gesenu e Cosp, dopo l’esclusione di Sea Servizi ecologici ambientali - risultata inizialmente nuova aggiudicataria - per irregolarità fiscali, era stata affidata la gestione del pluriennale, valore complessivo oltre 76 milioni di euro per 4 anni più due rinnovabili. In attesa degli esiti del ricorso al Tar presentato dalla Sea, l’associazione temporanea di imprese formata da Gesenu e Cosp ha intanto operato in regime di proroga, scaduto lo scorso 31 luglio. Nel frattempo però è cambiata la posizione della Sea, che ora torna in partita. Perché l’Agenzia delle Entrate di Agrigento che nel 2024 si era espressa negativamente, lo scorso maggio ha certificato invece la regolarità fiscale dell'impresa.

Provvedimento che di fatto riapre il risiko sull’aggiudicazione della gara. Ma Gesenu e Cosp non intendono essere “sfrattate” e hanno presentato ricorso al Tar per chiedere che vengano annullati tutti gli atti, tra cui la nuova comunicazione dell’Agenzia delle Entrate, recepiti dal Comune che hanno portato alla riammissione in gara della Sea.

Provvedimento contro cui l’amministrazione ha deciso di costituirsi in giudizio.

Su proposta di Elena Angiani, assessore al Contenzioso, la giunta ritenendo necessario difendere l’operato dell’amministrazione e tutelare gli interessi pubblici ha quindi deliberato la costituzione in giudizio e di affidare l’incarico di rappresentanza legale dell’ente allo studio romano Aor, con esperienza in questa tipologia di contenziosi.

Il compenso previsto ammonta a 13mila euro, oneri inclusi, a valere sul bilancio comunale 2025.

Il provvedimento impugnato da Gesenu e Cosp è il secondo ricorso depositato presso il tribunale amministrativo relativo all’appalto pluriennale rifiuti di Viterbo. E per quanto riguarda la continuità del servizio, a fronte della proroga scaduta giovedì, nelle prossime ore il Comune ne dovrà predisporre una ulteriore quantificando una durata che tenga conto anche dei tempi della giustizia amministrativa.