Don Ivan Leto*

Seconda domenica di Avvento Mc 1, 1-8

Marco ha chiamato "Vangelo (buona notizia)" il suo libro su Gesù. La buona notizia rende nuovamente presente Gesù, Messia e Figlio di Dio, nelle varie vicende della sua vita in mezzo a noi. L'inizio del Vangelo è umile; poi ci sarà uno sviluppo, ma solo alla fine si mostrerà nella sua completezza: è la strada del seme che diventa albero. Giovanni Battista, il messaggero che va avanti, è il precursore. Quello che è venuto prima. Prima nel tempo del ministero, prima nel piano della storia della salvezza, prima concepito e venuto alla luce, sei mesi prima di Gesù. Il legame tra Gesù e Giovanni è indissolubile. Senza Gesù non ci sarebbe Giovanni, senza Giovanni non ci sarebbe stato Gesù. Giovanni è esigente. La giustizia non è un optional della vita, esige lavori: spianare, colmare, costruire strade, fare. La giustizia si fa. È la conversione che porta frutto. È l'attesa di Dio che si concretizza. Che dobbiamo fare? Condivisione, legalità e non violenza. Un volto, quello di Giovanni, scavato dalla vita rude, dall'ascesi radicale ed estrema. Tratti di chi cerca, di chi aspetta, di chi sa che sta per giungere la speranza di Israele. Una ricerca compiuta e mai finita, pronta all'imprevisto di Dio.

*Don Ivan Leto

cattedrale

Diocesi Civitavecchia - Tarquinia