I cinquecento lavoratori del porto con la bandiera del sodalizio, le due bande musicali, quella comunale e la Ponchielli, sono tutti schierati sul primo binario in attesa del diretto da Roma. Alle 9.50 finalmente giunge il treno da cui scende l’onorevole Calisse, deputato del collegio ed ospite d’onore della cerimonia della posa della prima pietra della sede sociale della Cooperativa dei Lavoratori del Porto. È il 20 maggio 1911 e i lavoratori del porto festeggiano il 14° anniversario della fondazione della loro cooperativa, sorta dopo indimenticabili lotte contro lo sfruttamento e l’oppressione dei datori del lavoro nello scalo civitavecchiese.

Ad accompagnarci in quella giornata storica è l’immancabile Evaristo Spaccari, corrispondente del Messaggero di Roma che pubblica il suo lungo articolo il 22 maggio.

Il corteo, seguito da molta folla, al suono dell’inno dei lavoratori, percorre le vie e le piazze principali della città, e si dirige in piazza Regina Margherita dove avrà luogo la solenne cerimonia.

Già nel 1897, a pochi mesi dallo sciopero, a maggio fu inaugurata la prima sede sociale della Cooperativa, in piazza dell’Ospedale, e da quel momento la festa sociale della Cooperativa si celebra in quella data non considerando che la cooperativa fu fondata ufficialmente il 29 marzo 1897 con l’atto costitutivo rogitato dal notaio Pietro Spaccari, padre del nostro cronista.

In piazza le due bande proseguono a suonare l’inno dei lavoratori. Il socio più anziano, Antonio Perilli, vecchio e robusto lavoratore di ottanta anni, è scelto per murare la prima pietra, cerimonia che con soddisfazione altera egli compie mentre la graziosa giovinetta Anita Gagliardi, di dieci anni, infrange sulla pietra la tradizionale bottiglia di champagne. Tutti applaudono.

Il primo a parlare è il presidente della Cooperativa, Ettore Gagliardi, che ricorda Andrea Costa, l’apostolo degli operai, il grande uomo che gettò le basi del sodalizio.

Gli succede l’onorevole Carlo Calisse: “la posa della prima pietra di questo edificio deve eternare, o lavoratori, la vostra felicità e quella delle vostre famiglie. Siamo tutti uniti per la prosperità di Civitavecchia”.

Il commissario prefettizio, Cirmeni, a nome della città esprime la sua soddisfazione per la lieta festa, augurando alla nostra Civitavecchia ed alla classe lavoratrice ogni prosperità: “L’edificio che qui tra poco sorgerà, vicino a quelli dei ferrovieri, rappresenta il lavoro, e questa nuova piazza potrà quindi ben appellarsi piazza del Lavoro!” Ancora applausi.

Sono presenti le delegazioni dei lavoratori portuali di Savona, Ancona e Napoli.

Il vicino caffè De Negri, con gentile pensiero, terminata la cerimonia, offre a tutti i lavoratori della Società del porto, nella loro sede, champagne e biscotti.

Alle autorità presenti, il presidente della Cooperativa offre un banchetto all’albergo Italia. Sessanta coperti. Al momento del dolce, vengono pronunciati altri discorsi di felicitazione. Il banchetto, riuscitissimo, è stato servito personalmente dal bravo proprietario dell’albergo, Cesare Lera.

La sera, fino a tardi, la musica comunale e la banda Ponchielli suonano in piazza Vittorio Emanuele. In porto il lavoro è sospeso.

Tutti i lavoratori, con le loro famiglie, hanno festeggiato in campagna ed in altre trattorie con banchetti e divertimenti la lieta giornata.

Alla vedova dell’onorevole Costa è inviato da parte dei lavoratori un nobilissimo telegramma di omaggio e venerazione per la memoria del marito. Altri telegrammi sono inviati al presidente del Consiglio dei ministri, onorevole Giovanni Giolitti, e all’onorevole Luigi Luzzatti, grande maestro della cooperazione.

L’impresa dei lavori è stata assunta dai fratelli Samuele ed Alfredo Corati. L’edificio, che dovrà essere ultimato in sei mesi, si comporrà del pianterreno e del piano superiore; si estenderà sopra un’area di 500 metri quadrati e costerà la somma di Lire 34 mila. Il progetto è firmato dall’ingegnere comunale Orsino Grispini.

La nuova sede è finalmente inaugurata il 20 maggio 1912. È una graziosa palazzina ad un piano con mezzanino, composta di nove splendide sale. Le pitture, pregevolissime, sono state eseguite dall’artista civitavecchiese Benedetto Simeoni.