Don Ivan Leto*

Con la Pentecoste, il vento dello Spirito porterà i discepoli sino agli estremi, quelli geografici e quelli del coraggio, rendendoli capaci dell'inaudito. Vanno a tutti perché gli uomini e le donne, sotto tutti i cieli, hanno bisogno di misericordia e perdono. Perché il vecchio Pietro oserà spingersi fino a Roma? Perché Paolo rischierà ogni cosa spostandosi di paese in paese? E gli altri apostoli fino ai confini allora sconosciuti? Perché lo Spirito aveva acceso in loro un amore più forte d'ogni legame e della loro stessa vita. Il soffio di Gesù è un gesto simbolico, ricorda il "soffio" di Dio, che dà la vita all'uomo. I sette doni – sapienza, intelletto, consiglio, fortezza, scienza, pietà e timore di Dio – sono i frutti dell'amore e conferiscono una sorta di istinto per le cose divine. La sapienza fa gustare e vedere quanto è buono il Signore. L'intelletto dà il senso delle realtà della fede, ce ne dà una sicurezza amorosa e ce ne fa percepire la bellezza. Il consiglio è l'amore che ci rende attenti a capire come comportarci per essere figli di Dio. La fortezza è la sopportazione e la fermezza calma nelle prove; è la mitezza dell'Agnello immolato e vincitore. La scienza dona l'istintiva capacità di distinguere il bene e il male, percependo la nostra piccolezza e che tutto è nelle mani di Dio. La pietà ci dice fino a che punto Dio è nostro Padre e va amato al di sopra di tutto. Il timore di Dio è la percezione della nostra piccolezza dinanzi alla sua maestà e ci rende docili spingendoci nelle sue braccia. Ma frutto dello Spirito è anche l'amore, la gioia, la pace, la pazienza, la benevolenza, la bontà, la fedeltà, la mitezza, il dominio di sé. Il frutto dello Spirito ha la pienezza saporita e feconda di una vita che ha raggiunto la propria maturità dinanzi a Dio e agli uomini.

*Don Ivan Leto

sacerdote della Diocesi

Civitavecchia - Tarquinia