DON IVAN LETO*

"Sono solo una voce, un servo neppure degno di sciogliere i calzari". Eppure lo stesso Gesù non esitò ad indicare Giovanni come "il più grande dei nati di donna", come dire: l'uomo più grande della storia! Tutta l'iconografia cristiana, specie quella orientale, ne è splendida prova: al centro delle iconòstasi è sempre Gesù, e ai suoi lati Maria e Giovanni il Battista. Come può, dunque, una semplice "voce" essere così grande? Può, perché è la voce che annuncia la Parola, il dito che indica il Verbo fatto carne, il Dio con noi. Questo è il Natale a cui ci stiamo avvicinando e Giovanni è il testimone vero per non correre il rischio di sbagliare strada. Giovanni non è un profeta come tutti quelli dell'Antico Testamento perché ormai la Parola di Dio parla agli uomini in Gesù di Nazareth. Pur essendo solo "voce", Giovanni è grande perché è un testimone, una voce che contiene la Parola. Questo è il significato della testimonianza cristiana, nel senso che il cristiano non deve fare altro che questo: avere la Parola dentro la propria vita. Giovanni mai dirà di essere un testimone, perché farà coincidere la sua testimonianza con il diminuire e lo scomparire della sua persona. Giovanni si qualifica attraverso un non-essere ("Egli non era la luce") che non è di ostacolo, ma al contrario è via preziosa della sua testimonianza. Sono chiare le parole di Paolo VI quando, pensando soprattutto alla mentalità dell'uomo di oggi, affermava: "Più che di maestri, abbiamo bisogno di testimoni". Questa non è una metodologia nuova, una sorta di "tattica vincente". È la via tracciata da Gesù stesso. Nel tempo di Avvento si staglia la figura del Battista, la voce prestata all'attesa di Israele e di tutta l'umanità. Giovanni – da vero profeta – svela la falsità e l'ingiustizia e, dando voce ai poveri e agli oppressi, riaccende in loro il desiderio di verità e di salvezza. Come profeta e testimone (martire) autentico, anche Giovanni subì il trattamento riservato a chi si vuol far tacere: la testa tagliata. Ma il suo compito è stato assolto, la Parola è stata udita e l'Agnello è stato indicato. Il Vangelo dice che Giovanni venne "per rendere testimonianza alla luce"; e resta lui stesso come un faro nella notte perché è il testimone che ricorda, che ha nel cuore la Parola e la mette in pratica.

*Don Ivan Leto

cattedrale

Diocesi Civitavecchia – Tarquinia