ALLUMIERE - Importante ed intensa mattinata ad Allumiere dove è stata commemorata la Giornata Internazionale della Memoria con una emozionante iniziativa per gli alunni della scuola media, dal titolo: “Le Donne della Shoah”.

Venerdì mattina alle ore 10,30, presso la Sala Nobile del Palazzo Camerale, il Comune di Allumiere in collaborazione con la Sezione ANPI di Allumiere e l’associazione Amici della Musica di Allumiere, alla presenza dei ragazzi delle terze medie accompagnati dalle loro docenti Tiziana Cimaroli e Morena Stefanini si è svolto il convegno sul tema delle donne deportate nei lager nazisti, un argomento di cui si è parlato poco sia dagli storici che dalle donne sopravvissute stesse per la eccessiva crudeltà subita e difficile da esternare in quanto la società del dopoguerra non era preparata ad accogliere testimonianze di donne che avevano subito ogni tipo di violenza.

"Ci sono voluti anni prima che queste donne riuscissero a parlare e la società fosse finalmente ricettiva a capire che la memoria - sottolinea la presidente dell'Anpi di Allumiere, Catia Galimberti - è una preziosa risorsa per non commettere più gli stessi errori del passato, che ciò che i nazisti misero in atto era disumano ed andava raccontato alle nuove generazioni anche per renderli vigili affinché non succeda mai più".

La vicesindaca Marta Stampella in rappresentanza del Comune di Allumiere nel saluto ai ragazzi e ai presenti ha spiegato l’importanza "della ricorrenza della Giornata della Memoria rivolta soprattutto alle nuove generazioni, ai valori della libertà su cui è incentrata la nostra Costituzione" e all’importanza della loro conoscenza della Shoah perché non avvenga mai più.

"La musica del violino della professoressa Flavia Morra suonato mirabilmente è stato il filo conduttore che ci ha condotto nell’argomento dei campi di concentramento e, attraverso le letture di testimonianze ad opera della presidente degli Amici della Musica Stefania Cammilletti - prosegue la presidente dell'Anpi di Allumiere, Catia Galinberti - abbiamo conosciuto le storie di musiciste e musicisti che erano internati nei lager, questi avevano l’obbligo di suonare per allietare le SS, ma la musica non conosce fili spinati e regalava piccoli momenti di umanità anche ai deportati seppure in condizioni di vita disperate. Le letture di testimonianze di Remo Cirilli ci hanno fatto rivivere le storie delle deportate, ai loro ricordi di visini di bambini impauriti che cercavano conforto nelle donne adulte, dei ritratti di donne ancora incredule di tanto orrore e che una volta liberate hanno preso carta e penna per fissare il loro vissuto nei lager per paura di dimenticare".

Ciò che si trovò davanti l’Armata Rossa il 27 gennaio del 1945 ad Auschwitz è stato ripercorso da Catia Galimberti: "Non era il primo lager di cui sfondavano i cancelli, ma fu il primo che i nazisti non avevano fatto in tempo a distruggere prima del loro arrivo ed il mondo conobbe l’eclissi dell’umanità. Mai prima di allora si era a conoscenza di una simile fabbrica della morte, in tutti i campi di concentramento dal 1933 al 1945 si calcola che morirono circa 17 milioni di persone fra ebrei, rom, disabili, omosessuali, testimoni di Geova, dissidenti politici, neri europei, tutti immolati all’ideologia della purezza della razza ariana”.

Durante l'incontro sono state ricordate le quattro donne deportate, Roza Robota, Ala Gertner, Eustasia Wajcblum e Regina Safisztajn a lungo cancellate dalla storia: queste deportate ad Auschwitz, che compirono la rivolta dell’ottobre del 1944 e fecero esplodere il crematorio III, vennero giustiziate il 6 gennaio del 1945.

Un discorso di ampio spettro sulle condizioni delle donne deportate nei lager è stato fatto da Marina Pierlorenzi presidente dell’ANPI Provinciale di Roma, la quale ha anche rimarcato l’importanza "delle visite delle scuole ad Auschwitz o altri lager che ora sono musei, per conoscere e vedere da vicino ciò che è stato il nazifascismo in Europa". La Pierlorenzi ha poi rammentato che "a Roma il 16 ottobre 1943 furono rastrellati 1259 fra uomini, donne e bambini e fecero ritorno in 13 di cui una sola donna Settimia Spizzichino che divenne una tra le maggiori testimoni e memorie storiche della Shoah".

È stata poi ripetuta più volte dalle relatrici ai ragazzi l'esportazione ad essere curiosi e "di andare a cercare più informazioni su questo argomento ancora oggetto di studio da parte degli storici e di cui emergono zone d’ombra non conosciute, certamente non sufficientemente trattato nelle scuole in tutta la sua complessità".

La giornata intensa si è conclusa così come era iniziata: con le note del violino dedicate alle donne della Shoah, in un simbolico abbraccio come può essere solo la memoria di una società civile che insegna ai suoi giovani l’importanza della libertà e ciò che non deve accadere mai più.