CIVITAVECCHIA – Croce rossa italiana ed Enel cuore onlus inaugurano il nuovo sportello sociale per raccogliere i bisogni del territorio e rispondere puntualmente con un team multidisciplinare di professionisti. In totale sono 100 i nuovi sportelli sociali aperti sul territorio nazionale mentre, contemporaneamente, si è andato a potenziare le Unità di strada della Cri di Roma, Napoli, Palermo, Bari e Cagliari per essere sempre più al fianco delle persone in difficoltà. In questo contesto si inserisce l’apertura dello sportello di Civitavecchia: un progetto nato durante la pandemia e che oggi è più attuale che mai, considerando l’aggravarsi della situazione socio-economica delle famiglie e la condizione di fragilità di centinaia di persone senza dimora che vivono ai margini delle città.

Sono oltre 1500, infatti, le persone assistite dal comitato locale della Croce rossa italiana e oggi i volontari hanno parlato di quanto viene fatto in un evento a cui hanno preso parte Deborah Zacchei, assessore alle politiche sociali del comune di Civitavecchia, Roberta Fusacchia, direttore area programmi e sviluppo associativo della Cri, Roberto Petteruti, presidente comitato Cri di Civitavecchia, e Angelica Carnelos, segretario generale di Enel Cuore.

Come ha spiegato Petteruti un progetto che «ci ha consentito di creare uno spazio accogliente, ci riteniamo un presidio umanitario. Siamo dei volontari e abbiamo bisogno di chi ci dà una mano, è importante perché lo sportello è il fulcro della nostra attività, tante persone si rivolgono a noi. Dallo sportello poi partono i servizi, inoltre lo sportello ci consente di ascoltare quali sono i bisogni delle persone grazie ad un approccio multidisciplinare. Uno strumento come lo sportello sociale ci permette di intercettare questi bisogni, sempre più articolati e complessi. La panoramica interventi è molto ampia».

Il volontario Cri Mario ha raccontato il suo lavoro di assistenza, tra cui quello a persone senza fisse dimora come Vincenzo senzatetto con diverse dipendenze che siamo riusciti a «convincere a rivolgersi allo sportello dove ha iniziato un percorso. Ora non vive più in strada ma in cohousing e questo è un esempio di come costruire un progetto personalizzato funzioni».

Carnelos ha espresso soddisfazione per la partenza del progetto a Civitavecchia, «un progetto che parte durante il covid, vista la situazione e quello che ne sarebbe scaturito. Lo abbiamo sviluppato in tutto il centro sud. Sulle fragilità il progetto rispecchia un approccio multidisciplinare che stiamo cercando, abbraccia a 360 gradi quelle che sono le esigenze della fondazione ma il ringraziamento va ai volontari della Cri che portano avanti il lavoro avanti».

Fusacchia ha ricordato che la Cri si prende cura delle persone a 360 gradi, «in maniera olistica. Il progetto nasce sulla scia della pandemia che ha visto tanti nuovi poveri, persone che non erano in condizioni di fragilità che si sono trovate a dover chiedere aiuto. L’apertura di 100 sportelli sociali ci ha permesso anche la scrittura di linee guida, fermo restando le esigenze specifiche del territorio. Importante non lasciare sole le persone, prendersene cura. I volontari servono il territorio e conoscono i bisogni. Dalle 9 alle 17 lo sportello è aperto tutti i giorni».

Zacchei ha sottolineato che lo sportello è necessario perché «rafforza territorio, dopo la pandemia c'è stato declino socio- economico. Le persone a volte sono disorientate, mi prometto di lavorare in sinergia per dare risposte alle persone».

Team multidisciplinare è composto da psicologa, assistente sociale, educatore, assistente legale e due medici. Nella stanza dove si tiene il primo colloquio è stata realizzata anche un’area bambini. «Spesso – ha detti Erika, infermiera volontaria - vengono da noi persone presentando una difficoltà economica e grazie al dialogo emergono altre difficoltà e cerchiamo di intervenire grazie alla nostra equipe e cerchiamo di intervenire a 360 gradi, riusciamo a dare risposta efficace e pronta nel più breve tempo possibile. Le persone vengono orientate sui servizi del territorio». C’è il pacco alimentare, la sede magazzino dove vengono conservati medicinali per le esigenze mediche, poi la cucina solidale per un pasto caldo e, infine, il progetto per l’emergenza freddo. «Il nostro obiettivo – ha concluso – essere punto di riferimento del territorio sotto molti punti di vista grazie ad interdisciplinarità».

Petteruti ha concluso: «Noi vogliamo andare oltre, fare cose che restino anche quando non ci saremo più, creare strutture che possano creare beneficio e rimanere nel tempo».

©RIPRODUZIONE RISERVATA