CIVITAVECCHIA – Non spendono fior di quattrini per un abbigliamento sportivo in grado di fare invidia agli amanti di Rapha, Santini o Maap, non lasciano un paio di stipendi consistenti oppure pensione e tredicesima a chi è in grado di vendere loro una discreta bicicletta da corsa. Utilizzano una semplice mountain bike con casco e zainetto (nulla che li faccia somigliare a Tadej Pogacar) ma sono di una correttezza disarmante. L’altra faccia dei cicloamatori (escursionisti in questo caso, probabilmente stranieri). Non si sentono ciclisti professionisti, anche loro pedalano su via Tirso o sulla Braccianese Claudia, ma lo fanno nel rispetto delle regole, ordinati, distanziati e in fila indiana, senza sfidare la sorte. Da loro ci sarebbe tanto da imparare.