CIVITAVECCHIA – Ampio confronto venerdì scorso tra la Regione Lazio ed i componenti dell’Osservatorio Regionale dei Trasporti, sulla Carta Tutto Treno, la cui sospensione tanto sta giustamente allarmando tanti pendolari del Lazio e su cui sono intervenuti vari esponenti politici regionali e dei comuni interessati di tutti gli schieramenti.

«Innanzitutto è esclusa l’opzione zero: in qualche modo, auspicabilmente da inizio febbraio, la Carta Tutto Treno tornerà – hanno confermato dall’Ort – stante che da parte di Trenitalia non c’è stata alcuna apertura a riduzioni sul costo totale dell’abbonamento, (che è la somma di quanto pagato dai pendolari più una somma ben superiore aggiunta dalla Regione, che a quanto ci dicono riveste una percentuale molto maggiore rispetto a tutte le altre facilitazioni in essere), ne è però prevista una rimodulazione secondo alcune ipotesi che sono allo studio e sulle quali abbiamo espresso il nostro parere, le quali vanno dall’introduzione di fasce chilometriche (come è in circa metà delle regioni italiane che hanno la facilitazione) ad una differenziazione dei contributi in base all’ISEE (su cui abbiamo confermato alcune perplessità), all’introduzione di un plafond massimo in base all’ordine delle richieste (un po’ com’era per gli abbonamenti fatti tramite Mobility Manager); noi abbiamo anche riproposto l’abbonamento unidirezionale che verrà considerato assieme ad interventi sui sistemi di prenotazione che oggi sono molto “easy” e possono dare la scusa all’azienda di lamentare mancati introiti da viaggiatori non abbonati che non trovino posto; prevedibile anche l’eliminazione o la riduzione del contributo per la prima classe».

Quello che è stato ribadito dall’Osservatorio è che qualunque soluzione si trovi debba essere una soluzione temporanea, «perché nessuno, Trenitalia regionale e nazionale in testa, può fare finta che la Carta non sia un affare per tutti, e che quindi tutti – hanno aggiunto – debbano contribuire a renderne i costi sostenibili: sicché subito dopo bisognerà riprendere un’interlocuzione con più tempo e “forza d’urto” con l’Azienda senza dare niente per definitivo. Certo non è pensabile che si applichino aumenti tali da provocare (pur nella confermata eliminazione degli aumenti dell’abbonamento ordinario, fermo da vent’anni, e nelle previste agevolazioni per i giovani) pesanti ripercussioni sui costi per gli utenti – hanno concluso – ed il loro ritorno alla mobilità privata».