ENRICO CIANCARINI

“Giunto a Civitavecchia diedi un colpo d’occhio a quella Città che poco o nulla offriva di risorse ed allora per occuparmi pensai di scrivere una Guida di quella Città che pubblicai coi tipi dello Strambi, nella quale procurai di rilevare ed andar pescando le cose più interessanti che offriva quel Paese, talché la mia opera fu molto gradita dai gran proprietari di Civitavecchia che per mostrarmi la loro gratitudine diedero un ballo espressamente per me quando partii”.

Un ballo in suo onore, ricordava del suo breve soggiorno civitavecchiese, il Cavaliere palermitano Carlo Merlo dei Marchesi di Santa Elisabetta capitano della Regia Marina italiana nelle sue Memorie stampate a Livorno nel 1865.

Portano la data del 15 novembre 1856 gli imprimatur che ogni libro che veniva stampato nello Stato della Chiesa doveva riportare: il primo era rilasciato dal vicario del Sant’Offizio, il secondo dal vicario diocesano. Infine, anche la Polizia concede il Nulla Osta alla stampa delle 15 pagine compilate dal Cavaliere Carlo Merlo allora capitano della Real Marina siciliana in esilio temporaneo nella città portuale pontificia.

La Tipografia Strambi, alloggiata nei piani inferiori della Rocca dove dimorava il delegato apostolico, stampava Un cenno della Città di Civitavecchia che si può considerare la prima guida turistica stampata e dedicata a Civitavecchia.

Nella mia biblioteca conservo l’edizione originale dello Strambi, particolarmente rara e preziosa. Altri studiosi hanno potuto consultare la seconda o la terza edizione stampata a Palermo l’anno dopo dalla Tipografia di Francesco Nocera. Nel catalogo delle biblioteche italiane la si può consultare a Roma, a Catania e a Palermo. Queste le parole d’introduzione alla sua piccola guida.

“La Città di Civitavecchia della quale diamo un cenno fu edificata dall’Imperatore Trajano.

In verità vi dominano talmente i venti che potrebbe dirsi la Città ventosa.

Gli abitanti sono al numero di 9000 circa. L’aria dentro il recinto della Città è buona in tutte le stagioni ma nella state è mediocre, perché mal sana nelle Campagne.

Le strade son tenute nette, ma le scale di tutte le case le ho trovate sudice.

L’acquidotto attuale che porta da circa ventiquattro miglia lontano l’acqua in Civitavecchia fu costruito da Trajano.

La Fortezza fu eretta al 1508 dal Papa Giulio II, ne fu fatto il disegno da Bramante, ed il così detto Maschio da Michelangelo.

L’Arsenale è opera del Bernini, ed i Mascheroni in bronzo della Darsena che hanno degli anelli per legare i bastimenti sono di un bel lavoro, e degni dell’osservazione dei curiosi.

Nel bacino della detta Darsena nel 1833 fu rinvenuto un braccio di bronzo, che oggi si ammira nel Museo Gregoriano, e che si suppone aver appartenuto ad un’antica statua di Nettuno ivi eretta”.

Interessante il breve paragrafo che dedica alla Passeggiata pubblica: “Questa Passeggiata è fuori Porta Romana in riva al mare, ove è praticato un viale alberato, imitando nello sviluppo degli alberi i viali della Villa Reale della Città di Napoli”.

Carlo Merlo descrive in poche righe anche le chiese della città che evidentemente non hanno trovato il suo gradimento definendo il tutto non rimarchevole:

“S. Francesco è la Cattedrale, ove nulla è rimarchevole né in marmi né in belle arti, a meno di un quadro entrando nella Chiesa nella seconda cappella a mano destra rappresentante la nascita del Bambino, il di cui dipinto sembra appartenere alla scuola di Domenichino.

La Chiesa Matrice di S. Maria, via Adriana, nulla di rimarchevole a meno di un buon pavimento in marmi.

La Chiesetta del Suffragio, o della società della Morte così detta perché vi è una Confraternita destinata a prendere i Cadaveri in Campagna. Entrando in detta Chiesa vi è un mediocre quadro rappresentante S. Benedetto. L’affresco della cupola è bello, e per la composizione, e pel disegno, e pel colorito ed è fatto da Errante. Vi è una Cappellina a dritta detta della Madonna Addolorata, ove è una lapide, la di cui iscrizione mostra che quella Cappellina appartiene alla famiglia Guglielmi, e l’altarino di questa Cappellina è ben decorato di marmi”

Al nobile cavaliere palermitano le chiese antiche non piacciono molto. Invece l’ultima costruzione religiosa di Civitavecchia lo colpisce positivamente:

“Chiesa della Concezione anticamente S. Antonio.

Di recente riedificata, ha il pavimento in marmi. L’Altar maggiore di marmi scelti. Dietro l’Altare poi in una nicchia vi è la statua in marmi della Concezione molto bene eseguita, ed a due lati dell’Altare, sopra due piedestalli vi sono due svelti Angeli in marmo con grazia scolpiti.

Le pitture delle diverse cappelle tutte recenti e buone, ma si distingue nella prima cappella a destra, S. Antonio che risuscita un morto, dipinto dal chiaro Signor Cav. Carta”.

Dopo le chiese, la nostra guida affronta in brevi paragrafi altri aspetti della città ottocentesca:

“Piazze rimarchevoli. La Piazza S. Francesco ov’è la Cattedrale.

La Piazza d’Armi ov’è l’Ospedale di S. Giovanni di Dio capace per 200 ammalati circa.

Piazza della Vista. Il nome che porta questa Piazza è ben inteso, perché da quel punto vi è un colpo d’occhio piacevole, dal quale si scorge l’entrata del Porto.

Buoni Edifizj. Il Teatro Trajano in Piazza Trajana di bell’architettura, internamente poi ben costruito, e decorato, e dipinto con molto gusto.

In questo Teatro recita una Compagnia Filodrammatica, il di cui Direttore n’è il Chiaro Sig. Avv. Benedetto Blasi. L’Orchestra di detto Teatro, è formata da’ filarmonici che vi si prestano, e che suonano passabilmente bene.

Quartiere in Piazza Trajana detto Quartierone, di stile conveniente, e capace di 800 soldati.

Conservatorio delle Orfanelle. Questo Stabilimento è situato nella strada del Conservatorio, ove sono mantenute dal Governo 50 Orfanelle.

Buoni Palazzi. Il Palazzo Apostolico ove risiede S.E. Rev.ma Monsignor Delegato.

Quello del Sig. Guglielmi in Piazza Trajana di grandiosa architettura.

Quello del Sig. Patrizi Montoro in Piazza S. Francesco.

Quello del Sig. Giovanni Valentini.

Quello del Sig. Cav. Pietro De Filippi ove è la posta in Piazza Gregoriana.

Quello del Sig. Cav. Gio. Andrea Comm. Palomba Caracciolo ove è l’Hotel Orlandi.

Quello del Sig. Manzi in Piazza Leandra (Vicino a questo Palazzo vi è una chiesetta detta di S. Nicola ov’è un Collegio di pubbliche scuole)”:

Carlo Merlo ci ha permesso di fare un veloce giro per la città indicandoci cosa vedere. Le successive guide turistiche ottocentesche non saranno più loquaci, indicando in un’ora o al massimo due il tempo necessario per la visita di Civitavecchia.

A quel tempo, i visitatori di rango che capitavano nella piccola cittadina portuale spesso erano ospiti dei notabili del luogo. Carlo Merlo fornisce un elenco dei Primi proprietari ma afferma che “l’unica Casa che offre una sociale risorsa ai Forestieri” è quella del marchese Calabrini o forse sarebbe meglio dire della Marchesa Anna Maria Calabrini, protagonista del mio ultimo libro.

Gli altri primi proprietari sono: il Sig. Felice Guglielmi; il Sig. Gio. Valentini; il Marchese Patrizi Montoro; il Cav. Luigi Arata; il Cav. Pietro De Filippi; il Comm. e Cav. Palomba Caracciolo; il Sig. Giuseppe Alibrandi.

Chiudo questo Almanacco dedicato alla guida del 1856 con le belle parole che il Cavalier Merlo dedica a Donato Bucci certamente la maggior attrattiva per i facoltosi visitatori della Città che vi arrivavano con la speranza di far buoni acquisti di antichità etrusche che in quegli anni venivano ritrovate nella campagne di Corneto Tarquinia e di altre località del circondario civitavecchiese:

“Non posso fare a meno di parlare del garbato Signor Donato Bucci uomo istruito e molto intendente in materie di belle arti.

Egli ha un negozio in Piazza S. Francesco ove possono acquistarsi oggetti di antichità, Quadri, lavori in mosaico, ed in pietre dure, Camei, e molti altri articoli. È giusto far noto che questo distinto Sig. pubblicò anni sono le notizie che riguardano le curiosità rimarchevoli dei dintorni (come i Bagni di Trajano) che io non ho potuto visitare, perché mancano in questa Città le piccole vetture di affitto, e gli asinelli, onde poter far delle corse in campagna, ed a mio credere chi ne facesse la speculazione, potrebbe averne molto profitto”.

Caro Cavaliere Carlo Merlo la informo che finalmente nel 2023, centosessantasette anni dopo le sue sante parole, alcuni imprenditori hanno iniziato questi tour nei dintorni di Civitavecchia. Non abbiamo ancora realizzato le terme come auspicava il bando del Comune a firma di Vincenzo Coleine datato 10 agosto 1815 ma non disperiamo, piano, piano Civitavecchia concretizzerà la sua secolare vocazione turistica.

Almeno me l’auguro.