SUTRI - Gli alunni della scuola primaria e secondaria di Sutri e Monterosi hanno consegnato alla polizia di Stato i lavori realizzati per la partecipazione al concorso indetto nell’ambito del Progetto “PretenDiamo Legalità”. Il progetto, a cui ha aderito l’istituto comprensivo di Sutri, nasce su iniziativa della polizia in collaborazione con il ministero dell’Istruzione e del Merito e prevede la partecipazione degli studenti ad incontri con il personale specializzato della polizia finalizzati a stimolare la riflessione sull’importanza della legalità e del rispetto delle regole nella vita di tutti i giorni. «Il 15 febbraio gli alunni della scuola primaria di Sutri e Monterosi - ricorda Maria Luigia Casieri, dirigente scolastico Ic Aldo Moro - hanno incontrato l’assistente capo coordinatore, Marilena Mazzucco, in servizio presso la polizia scientifica della Questura di Viterbo e l’assistente capo coordinatore Itala Di Guida, in servizio presso l’Ufficio di Gabinetto. Il 14 e il 16 febbraio sono stati gli studenti della scuola secondaria di primo grado, rispettivamente di Monterosi e Sutri ad incontrare Di Guida Itala e l’assistente capo coordinatore tecnico Maria Stella Circelli». Da questi incontri hanno preso avvio percorsi di approfondimento su diversi temi che, con la guida degli insegnanti, hanno portato i ragazzi a elaborare diversi materiali per la partecipazione al concorso, anche multimediali: dalle graphic novels ai video.

Pace ed amicizia sono gli argomenti che hanno scelto insegnanti e alunni della scuola primaria di Sutri e Monterosi che incontravano per la prima volta il personale della Questura. La finalità educativa dell’iniziativa consiste nell’educare i bambini alla tolleranza, al rispetto, alla solidarietà e alla nonviolenza per praticare insieme la cultura della pace, sia nella loro classe che nel mondo. Video e giochi sono stati finalizzati alla promozione dello sviluppo di una società pacifica, giusta ed inclusiva che sia libera dalla paura e dalla violenza come sancito dalla Costituzione Italiana, raccontata a misura di bambino dal personale specializzato della Questura di Viterbo. Nella scuola secondaria invece si è trattato di un atteso ritorno. In un mondo sempre più ‘social’ è molto difficile recuperare l’importanza di valori come empatia, condivisione, solidarietà e altruismo da coltivare condividendo esperienze reali e non virtuali.

Ed anche stavolta l’intervento realizzato ha colto nel segno, «accompagnando i ragazzi a passare dalle dichiarazioni di principio ai fatti, vivendo un’esperienza collettiva di profonda empatia e condivisione», spiega la dirigente scolastica. Gli insegnanti hanno raccolto la staffetta proseguendo un lavoro che aiuti ciascuno a guardare dentro di sé e a mettersi nei panni dell’altro. Il 18 marzo la scuola ha consegnato i lavori dei ragazzi per la partecipazione al concorso. «Non abbiamo bisogno di attenderne i risultati. Quando un ragazzo abbraccia un compagno per condividere un momento di difficoltà, abbiamo già vinto. Questo è accaduto durante gli incontri con la polizia», conclude Casieri.

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