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SORIANO NEL CIMINO - Musica, disegni, fotografie, sculture, installazioni e un ospite d’onore: don Antonio Coluccia, il tutto nel segno della legalità. Venerdì scorso l’istituto comprensivo Ernesto Monaci di Soriano nel Cimino ha aperto le porte alle famiglie dei suoi studenti e a tutta la cittadinanza per la settima edizione della “Notte bianca della legalità 2023”.
«Un evento a cui teniamo moltissimo – ha sottolineato la dirigente scolastica Emilia Conti – e ancora di più quest’anno possiamo tornare a viverlo a pieno, dopo lo stop forzato per la pandemia». Il pomeriggio si è aperto con un flash mob in cortile al quale hanno partecipato alunni e docenti, tutti insieme in jeans, maglietta bianca e bandana verde. Poi si è passati all’esposizione dei lavori allestiti nelle aule della scuola: cartelloni, fotografie, esibizioni in musica, lavori digitali e manuali, legati da un unico filo rosso ovvero le mani. Mani che lavorano, che agiscono, che fanno del bene e che uniscono, un simbolo denso di significati, specialmente dopo un periodo delicatissimo nel quale le mani potevano essere strette e toccate il meno possibile. In serata, poi, l’evento principale e più atteso. Don Antonio Coluccia è stato accolto da un’aula magna gremita di gente e dalle maggiore autorità locali: il prefetto Antonio Cananà, il questore Fausto Vinci, il comandante della compagnia dei carabinieri di Viterbo Felice Bucalo, il comandante della polizia locale Antonio Presutti, il sindaco di Soriano nel Cimino Roberto Camilli, il presidente della provincia Alessandro Romoli, il consigliere regionale Enrico Panunzi e il responsabile dell’ufficio scolastico provinciale Daniele Peroni, oltre ai sindaci del comprensivo e altre personalità civili e militari. «Io seguo due vangeli – ha esordito don Coluccia -: quello del Signore, visto che sono un sacerdote, e la Costituzione, perché prima di essere un prete sono un uomo, una persona. Legalità è questo: seguire le regole della società civile, dare speranze ai nostri ragazzi per non farli precipitare nel burrone dell’illecito, della droga e della sofferenza». Don Coluccia, armato di fischietto, pallone da calcio e sorrisi, ha coinvolto gli alunni raccontando loro con parole semplici e immediate cosa vuol dire salvare i loro coetanei dalle amicizie sbagliate, puntando sull’inclusione, sul gioco, sul divertimento. «Io esco in bicicletta e recito le preghiere nei quartieri “brutti” di Roma – ha continuato don Coluccia – per marcare il territorio e dire ai malviventi: io prego anche per voi, tutti hanno il diritto di essere salvati. All’inizio mi prendevano per pazzo, poi molte persone hanno capito e mi hanno accolto». Questa è la legalità: vivere insieme rispettando le regole, rispettando il prossimo. La legalità è un faro che illumina le vite dei cittadini onesti e che garantisce un futuro migliore agli adulti di domani. E venerdì sera, all’Ernesto Monaci di Soriano nel Cimino, la luce intensa e brillante della legalità ha illuminato la notte di tutti i presenti e delle loro famiglie, lasciando un segno profondo che difficilmente dimenticheranno. L’appuntamento è dunque all’anno prossimo, per l’ottava edizione della Notte bianca della legalità.