SUTRI – Il 15 febbraio nella scuola secondaria di primo grado di Sutri dell’istituto comprensivo Aldo Moro si è svolta una giornata commemorativa delle vittime della Shoah, alla presenza del sindaco di Sutri Matteo Amori, del vicesindaco Alessio Vettori e dell’assessora all’Istruzione Eleonora Fabrizi.

Insieme alla dirigente scolastica Maria Luigia Casieri, sono intervenuti per sottolineare l’importanza di riflettere sulla Shoah e ricordare i tragici eventi che hanno segnato la storia, durante i quali milioni di persone sono state perseguitate e uccise semplicemente per la loro appartenenza a gruppi etnici, religiosi e sociali.

«Abbiamo il dovere di onorare la memoria delle vittime dell’Olocausto, ricordare le atrocità che hanno subìto affinché siano di monito per il presente e il futuro perché, come diceva Primo Levi, “Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario” per non ripetere gli stessi orrori», spiega Marima Fabretti, docente dell’ istituto comprensivo Aldo Moro.

Ospite d’eccezione il ricercatore e storico dell’antisemitismo, Luca Bruzziches che, dopo un’introduzione sulla Shoah e sull’importanza della Memoria, ha presentato le sue ricerche sulla presenza e la deportazione degli ebrei dalla provincia di Viterbo. Enorme è stato il suo impegno nella raccolta di documentazione che ha consentito la nomina tra i “Giusti tra le nazioni” di tre viterbesi che hanno rischiato la propria vita per salvare alcuni ebrei dalla deportazione.

A conclusione di questa giornata, grazie al patrocinio dell’amministrazione comunale, i ragazzi hanno potuto assistere al monologo “La mia ultima notte” magistralmente interpretato dall’attore Manuele Pica liberamente tratto da “La notte”, romanzo autobiografico di Elie Wiesel, prigioniero e superstite dei campi di sterminio.

L’esperienza è stata accolta dagli studenti con un alto livello di partecipazione emotiva e il ricordo delle vite spezzate e delle vite salvate è stato per tutti un appello a essere testimoni della verità e portatori di speranza contro ogni ingiustizia e discriminazione.

«Un’esperienza impossibile da dimenticare, per la costruzione di un futuro migliore», conclude Fabretti.

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