CIVITAVECCHIA – Circa trenta alunni diplomati negli ultimi cinque anni negli istituti penitenziari cittadini grazie al lavoro dell’Istituto Calamatta che, dal 1950, offre un’importante possibilità di riscatto e reinserimento ai detenuti. Come hanno spiegato il dirigente scolastico Giovannina Corvaia e il docente responsabile Fabio Brunori attualmente nei due istituti superiori cittadini sono attive 4 classi di manutenzione assistenza tecnica, 3 a Borgata Aurelia e 1 a via Tarquinia per un numero approssimativo di 30 alunni. «Non è facile - hanno sottolineato - dare numeri precisi a causa delle dinamiche proprie del carcere. C’è chi esce, chi viene trasferito, chi smette, chi si aggiunge, eccetera. Si tratta di una importante opportunità per lavorare su se stessi, sia nell’ottica del reinserimento che più semplicemente del miglioramento personale, rivalutarsi, rimettersi in gioco. È bello vedere persone anche grandi tornare tra i “banchi” e impegnarsi, sfruttare al massimo l’occasione».

L’iter è molto semplice, il detenuto effettua domanda presso l’educatore che la gira al responsabile che andrà poi ad effettuare i colloqui in sezione scolastica dove vengono valutati i titoli di studio dichiarati. Dopo i vari controlli di routine i detenuti vengono inseriti in classe dopo alcuni eventuali colloqui integrativi. «Il piano di studi è oggetto di una forte personalizzazione - ha spiegato Brunori -. Viene stilato sulla base delle competenze in ingresso, un po' come in università con i crediti». Si firma un patto formativo, un documento dove vengono riconosciuti crediti formali, informali e non formali, e indicate le ore necessarie, materia per materia, per completare il percorso. Il monte ore necessario per la validità dell’anno scolastico è individuale.

«Si tratta - hanno detto Brunori e Corvaia - di una opportunità di crescita formativa nel caso di uscita per agevolare la ricerca di lavoro, o anche di un semplice investimento operoso del tempo che hanno a disposizione». C’è poi ad esempio chi si appassiona allo studio e una volta scontata la pena detentiva prosegue presso i corsi serali della scuola Calamatta. «L’obiettivo - hanno concluso - è sicuramente quello di mettersi in gioco, investire su se stessi senza gettare la spugna e cercare di portare a termine il ciclo di studi. I detenuti sono tra i banchi cinque giorni su sette, dalle 9 alle 14 circa e gli esami di maturità vengono svolti con una commissione che si reca in carcere». Il Calamatta è nelle carceri dal 1950 quando a via Tarquinia c’era la sezione di falegnameria.

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