MARCO DI GENNARO
CIVITAVECCHIA - La nutrizione gioca un importante ruolo sulla salute della popolazione grazie ai suoi effetti benefici nella prevenzione della mortalità e delle malattie cardiovascolari. La riduzione dell’apporto di sodio, di grassi saturi e di carboidrati raffinati e la limitazione di zuccheri aggiunti e di carne rossa si è dimostrata ridurre il rischio di mortalità rispetto ad una dieta “occidentale “ standard. Allo stesso modo consumare frutta, vegetali, noci, pesce e cereali integrali riduce il rischio di malattie cardiovascolari. Alcuni degli effetti benefici derivanti dall’assunzione di tali cibi sono mediati da micronutrienti quali il ferro, lo iodio e la vitamina D che influenzano l’attività fisiologica di vari sistemi dell’organismo.
Tra i vari componenti della nostra alimentazione il peperoncino è stato da millenni una delle spezie più popolari e più usate in tutto il mondo. Sono noti i suoi effetti anti obesità, sulla regolazione della glicemia, nonché anti infiammatori, antiossidanti ed anti tumorali attribuiti alla capsaicina sostanza chimica responsabile del suo sapore piccante e con potenziali effetti cardio-protettivi, anti obesità ed anti tumorigeni.
Proprio per verificare l’attuale stato delle evidenze a disposizione sugli effetti del consumo di peperoncino sulla mortalità complessiva, su quella cardiovascolare e quella correlata a tumore, alcuni autori hanno condotto una sistematica revisione della letteratura ed una meta- analisi sull’argomento i cui risultati sono in via di pubblicazione sull’ American Journal of Preventive Cardiology.
Gli studi analizzati , scelti tra migliaia di lavori di tipo osservazionale , erano stati condotti in differenti paesi : Iran, Cina , Italia , Stati Uniti e prendevano in considerazione 570.762 partecipanti tra i 18 ed i 79 anni di varia estrazione culturale ed etnica divisi in consumatori e non consumatori di peperoncino.
Sulla base della loro analisi gli autori affermano che esiste una significativa riduzione del rischio complessivo di mortalità e di mortalità cardiovascolare e correlata a tumore tra coloro che consumano peperoncino rispetto ai non consumatori. L’importanza della capsaicina nel determinismo dei positivi effetti del peperoncino viene, inoltre, ribadita citando i risultati di uno studio effettuato in Molise da autori italiani e pubblicato nel 2019 nel quale si era osservato che il consumo di peperoncino “ dolce”, a più basso contenuto di capsaicina, non era associato con alcun beneficio di mortalità in termini di malattie cardiovascolari.
La non esatta definizione della frequenza del consumo e della quantità consumata di peperoncino costituisce secondo gli autori una importante area di ulteriore ricerca al fine di una maggiore comprensione dei meccanismi di tale effetto benefico così come di una precisa definizione della quantità ottimale, del tipo e della frequenza della sua assunzione . Ad ulteriore testimonianza dell’importanza del rapporto tra nutrizione e cuore è stato pubblicato pochi giorni orsono sul Journal of American College of Cardiology uno studio effettuato in collaborazione tra vari centri americani e spagnoli dal titolo “Consumo di olio di oliva e rischio di mortalità totale e causa specifica “ .Come si sa l’olio di oliva è un elemento fondamentale della dieta mediterranea il cui utilizzo si è largamente diffuso negli ultimi anni anche in altri paesi. Esso è ricco di acidi grassi monoinsaturi, in particolare acido oleico, e di altri componenti minori inclusa la vitamina E ed i polifenoli che contribuiscono alle sue proprietà anti-infiammatorie ed anti-ossidanti come evidenziato nella figura.
Precedenti studi epidemiologici avevano dimostrato che il consumo di olio di oliva si associava ad un minore rischio di malattie cardiovascolari. Tali risultati sono stati confermati anche da una recente ricerca, dal nome PREDIMED ( Prevenzione con dieta mediterranea), che aveva evidenziato come una dieta mediterranea supplementata da un libero consumo di olio di oliva extravergine riduceva gli eventi cardiovascolari del 31 % . Altri studi effettuati in Europa ed in paesi del Mediterraneo avevano altresì dimostrato che il consumo di olio di oliva si associava anche ad una riduzione della mortalità sia per cause cardiovascolari che per tutte le cause. Scopo della studio pubblicato su JACC è stato quello di esaminare l’associazione tra il consumo di olio di oliva e la mortalità totale e per cause specifiche nella popolazione degli Stati Uniti dove il consumo di olio di oliva è minore rispetto ai paesi mediterranei.
In questo studio osservazionale ben condotto e di lunga durata i partecipanti che riferivano un consumo giornaliero di olio superiore a 7 grammi avevano un rischio minore del 19% di mortalità per tutte le cause, minore del 19% per mortalità cardiovascolare, minore del 17% per mortalità da tumore, minore del 29% per mortalità da malattia neurodegenerativa e minore del 18% di mortalità da malattie respiratorie rispetto a coloro che non facevano uso di olio di oliva. Di particolare importanza, se confermato, è il dato della ridotta mortalità per malattia neurodegenerativa tenuto conto della mancanza di strategie preventive per la malattia di Alzheimer e la elevata morbilità e mortalità correlata a tale patologia .Un ulteriore conferma , quindi, della validità della nostra dieta mediterranea patrimonio dell’umanità.
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Nutrizione e cuore, le buone abitudini per ridurre i rischi
18 gennaio, 2022 • 17:57