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CIVITAVECCHIA – «Spettabile Civonline, chi scrive s'è da poco trasferito a Civitavecchia e da subito è rimasto sbigottito dall'incessante attraversamento della città da parte di torme di turisti (o viaggiatori) carichi di zaini e bagagli vari, costretti a tirarsi dietro giganteschi trolley. Sono ovviamente a conoscenza del servizio navetta che unisce il porto alla stazione FS, nondimeno ogni volta - evidentemente "viziato" dall'aver girato buona parte del mondo in modalità backpacker - mi vien da chiedermi: intanto se al porto esista un deposito bagagli; e subito, allargando l'orizzonte: ma perché una città portuale dell'importanza di Civitavecchia patisce passivamente d'aver da una parte la stazione e da quella "opposta" il porto (soprattutto sapendo che fino a qualche decennio fa il treno arrivava all'imbarco). Domande che ho sparso qua e là di cui la risposta sembra restare nel vento.
Ma, appunto, questa è storia! La cronaca invece - che impone per dovere civico la presente segnalazione - dice che il Reg 4132 in partenza da Termini sabato 24 h 12.15 arriva a Trastevere con gli spazi (senza parlare di posti a sedere) già saturi dei sullodati trolley 100x80 con centinaia di passeggeri in piedi nei corridoi e negli spazi antistanti le porte. Il capotreno si limita a "contestare": It's dangerous... senza ulteriori conseguenze (ma il tipo che fa la guardia a otto "valigie" e occupa tutta la piattaforma l'inglese lo capisce, chiedendomi dopo un po' l'orario di arrivo...). Così, sardine-style, s'arriva alla meta agognata nell'illusione che il calvario sia finito.
La massa informe di donne, bambini, bagagli, anziani e giovani si catapulta sul marciapiede 2... appiattendosi via via davanti all'ascensore che scopre esser fuori servizio (da giorni!), per poi far marcia indietro in una impressionante slavina di ruote e persone verso il sottopassaggio che subito s'intasa di poveri cristi costretti a scendere la lunga scala (poi dovranno risalire per uscire sul piazzale) subissati dai loro immani bagagli.
C'è da esser certi che viaggiatori e turisti difficilmente dimenticheranno l'impatto con quella che magari neanche sanno esser l'antica Centum Cellae, strategico porto romano e dello Stato Pontificio... e ne parleranno nel mondo, con effetti immaginabili!
Dolendomi di non aver scattato foto e self delle scene del delitto (per cause anagrafiche nn ne ho ancor preso abitudine. Ma penso che le telecamere della stazione abbiano registrato l'impressionante bolgia dei dannati), mi chiedo: 1) se Trenitalia nn sia in grado di far fronte a situazioni di particolare afflusso (prenotazioni, vendita biglietti ad orario etc) distribuendo in modo più civile e sicuro il traffico di viaggiatori; 2) il ruolo del capotreno (che nn può certo limitarsi a passive constatazioni e contumelie); 3) il "ruolo" della stazione di Civitavecchia e relativi responsabili (!) incapaci di predisporre una qualche toppa all'impossibilità d'utilizzo dell'ascensore.
Certo di leggere a breve l'esito di vostre indagini, interviste e risposte, pur non consolandomi il non ridere di Sparta (l'Italia, il suo governo, Trenitalia), mentre Atene (Cv) deve piangere di vergogna. Grazie, buon lavoro»
Bruno Bradde