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CIVITAVECCHIA – «Molto tempo fa si affermava che nel commercio, le categorie più vicine al lavoro dipendente fossero ambulantato e edicolanti. Le edicole sono uno dei lavori più massacranti: aperte sette giorni su sette, per 360 giorni.
Si apre alle sei del mattino, si chiude alle 19 di sera. Calcolare copie ricevute e vendute, un ricavo che si aggira sulla media del 7% del venduto. Le edicole sono un elemento importante per la comunicazione, un presidio dell’informazione nei piccoli centri; un supporto per le generazioni grigie. Secondo Snag Confcommercio il 30% degli edicolanti ha dovuto chiudere; da 15.243 nel 2018,oggi sono circa 10.720. Ci sono stati interventi quali il tax credit e le stesse edicole hanno cominciato ad erogare servizi di vario genere, pur di sopravvivere. Si potrebbe dire che sono i tempi, che è il moderno che avanza, la tecnologia, ma le edicole rimangono avamposti di una informazione di qualità, momenti sociali di incontro.
Per questo vanno difese con campagne e sostegni adeguati per la loro sopravvivenza. Perdere le edicole significherebbe perdere cultura; nella nostra città ormai si contano sulle dita di una mano. Forse sarebbe necessaria un po’ più di attenzione delle istituzioni e delle associazione per queste microimprese, un vero microcapitalismo cellulare che svolge un servizio di interesse pubblico, che garantisce l’accesso alla informazione. Bisognerebbe comprendere la effettiva importanza sociale delle edicole e intervenire a riguardo.
Tullio Nunzi