Ci voleva il post di Enzo D’Antò per fare chiarezza. O forse per aumentare la confusione.
Sì, perché quando il sindaco ombra, vero regista politico della giunta Piendibene – l’ex assessore, ex candidato sindaco, eterno vero riferimento del M5S locale – si sente in dovere di rispondere pubblicamente a una domanda che nessuno gli ha rivolto ufficialmente (“è vero che la maggioranza è in crisi e non arriverete a fine anno?”), il sospetto che qualcosa non stia funzionando è più che legittimo. Soprattutto quando lo fa in uno di quei post-manifesto che suonano tanto come una
excusatio non petita, accusatio manifesta.
E in effetti il tono scelto è quello del catechismo civico: “Le forze politiche della maggioranza stanno lavorando con coesione e responsabilità...”. Davvero? A vedere i retroscena e le fibrillazioni che si susseguono in maggioranza – spesso più evidenti nei silenzi che nelle dichiarazioni – la narrazione di un’armonia operosa stride con la realtà che si percepisce nelle stanze del Comune.
Il dato politicamente più rilevante, però, arriva non dalle parole di D’Antò, ma da chi ha scelto di rilanciarle. Perché tra i sostenitori social del sindaco-ombra compare un nome nuovo (e clamoroso): Ivano Iacomelli, recentemente approdato ufficialmente nel gruppo dirigente locale di Forza Italia. Non si tratta di un dettaglio. Anzi. È la cartina di tornasole di un’operazione che, a piccoli passi, sta riscrivendo i confini della maggioranza.
Per chi avesse avuto dubbi: Forza Italia – quella stessa Forza Italia che ha governato fino a un anno fa con Ernesto Tedesco e poi ha sostenuto Paolo Poletti dividendo il centrodestra che altrimenti con Massimiliano Grasso avrebbe vinto al primo turno – sembra ormai orientata ad aprire un canale stabile di collaborazione con l'amministrazione Piendibene. Lo confermano non solo i like, ma soprattutto le dichiarazioni del coordinatore azzurro Roberto D’Ottavio: pieno sostegno all’operazione di conferimento dell’ex Italcementi al fondo immobiliare, e all’advisor che accompagna (anzi, guida) questa delicata fase di trasformazione urbanistica.
Nel frattempo, il fondo immobiliare – quello al centro dell’operazione Fiumaretta-Italcementi – è rimasto con in pancia, sui propri conti, ben 9 milioni di euro dei 35 milioni complessivamente versati dal MIT all’Autorità di Sistema Portuale, e da questa al Comune e al fondo stesso. Una cifra consistente, peraltro per 6 milioni già dovuta per Fiumaretta al Comune, al quale invece il fondo ha preferito “concedere” una anticipazione per acquistare l’area Italcementi anziché saldare il proprio debito. Perché tutte queste alchimie finanziarie, con soldi pubblici ?
Riecheggiano, inevitabilmente, le parole del segretario del Pd Enrico Luciani, che proprio su questa vicenda ha lanciato un allarme preciso: un’urbanistica cittadina sempre più in mano ai privati, come accade a Milano con l’inchiesta sulle regie occulte dei fondi, e con una "questione morale" che attraversa l’amministrazione di cui proprio il Pd è l’azionista di maggioranza.
In tutto questo, la giunta Piendibene – la più a sinistra che abbia governato Civitavecchia negli ultimi trent’anni – si prepara a cedere alla finanza e ai soggetti esterni tutto il patrimonio comunale. Un ribaltamento culturale prima ancora che politico, che lascia più di una perplessità.
Se questa è la “coesione” di cui parla D’Antò, allora forse occorrerebbe una definizione nuova. Perché più che un progetto condiviso, sembra un mosaico di interessi convergenti ma opachi, dove a vincere non è certo la trasparenza. E dove il potere, non abita nei palazzi pubblici. Ma dietro le quinte.
©RIPRODUZIONE RISERVATA