Amministrazione Piendibene, (quasi) un anno dopo. Sindaco e assessori hanno incontrato i cittadini per illustrare il lavoro dei primi 10 mesi di mandato. Vediamo, uno per uno, meriti e criticità dei vari delegati del primo cittadino, a partire dalla sua vice, Stefania Tinti. Sicuramente presente in convegni, tagli di nastro, riunioni di ogni genere. Ma è mancata sul fronte della scuola quando si è trattato di affrontare la questione mensa (di cui si è dovuto occupare il Sindaco, per evitare lo scontro con i genitori) e su quello della cultura, per gli appuntamenti estivi non di competenza del Turismo. A quelli ha pensato Piero Alessi, che proporrà una stagione d’antan alla Marina e che, mentre si barcamena sul dopo-carbone in attesa delle decisioni del Governo, cercando di tenere insieme le ragioni dello Sviluppo (sostenibile) con quelle del Lavoro, rivendica come principale provvedimento quello relativo al salario minimo, memore dei suoi trascorsi sindacali. Antonella Maucioni sugli scudi per il commissariamento del centro Chenis, ancora in attesa di soluzioni stabili ai problemi creati dall’amministrazione stessa più che dall’associazione commissariata, e per i voucher natalizi arrivati a carnevale.

Florinda Tuoro ha messo subito le mani avanti: con i milioni in meno di Enel, a rischio la tenuta dei conti di Csp, con i contratti di servizio da rivedere. Da tecnica, evitabilissima la sortita “politica” sui 10 milioni in cassa a fine anno, rispetto al passato, visto che la “daziera” ha dimenticato di spiegare che a dicembre l’Adsp aveva appena versato una quindicina di milioni per l’accordo firmato da Salvini, Tedesco e Musolino per il passaggio di Fiumaretta al porto e l’acquisto dell’area Italcementi da parte del Comune. Patrizio Scilipoti ha puntato tutto sul completamento del Fattori, mentre su altre scelte del suo assessorato, ha inciso più l’indirizzo del primo cittadino che il suo, come è stato per appostare in bilancio i 280mila euro necessari al parcheggio del tribunale e alla sbarra, preferito ad altri interventi pure annunciati dall’assessore, come ad esempio quello ad Aurelia.

Un elemento centrale è sicuramente Stefano Giannini, con la sua delega strategica e nevralgica. Le “gianninate” rischiano però di nuocere a tutta l’amministrazione: dopo i pasticci con gli alberi da viale Baccelli a piazza Regina Margherita (di cui si dovrà tornare a parlare)sono arrivate le contraddizioni sulla discarica, che hanno cozzato anche con il lavoro silenzioso del Sindaco per cercare di trovare una soluzione equilibrata per la chiusura del ciclo dei rifiuti, fino al ritardo sull’affidamento del nuovo appalto del verde che ha portato al caos amministrativo per la soluzione tampone, affidata a Csp, per essere poi da quest’ultima sub-appaltata. In mezzo a tutto questo, l’esultanza per quello che sarà il puzzolentissimo impianto di compostaggio aerobico (da contrapporsi al biodigestore, su cui il Pincio rischia di pagare danni importanti) e per l’avverarsi degli impegni presi per gay pride e i monopattini a noleggio.

Dulcis in fundo, il vero alter ego del Sindaco: Enzo D’Antò. Tra Commercio e Urbanistica veleggia spedito con annunci sempre più roboanti: dalle terme alla nuova stazione, fino al piano strategico delle nuove aree industriali e di quella che sarà l’area post-Italcementi. I registi dell’amministrazione sono lui (che vorrebbe presto andare in Regione) e Giancarlo Cangani (che studia per prenderne il posto). Purché agli annunci corrispondano atti e fatti concreti. Altrimenti il sorriso e l’affabilità di D’Antò potrebbero lasciare il posto, nella fotografia dell’amministrazione, all’espressione più seria e pensierosa di Marco Piendibene, alle prese con le emergenze cittadine e con gli equilibri di una maggioranza che se da una parte non sembra dargli grandi grattacapi, dall’altra pare in grado però di offrirgli ancora meno supporto in termini di idee e di proposte.

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