Il destino a volte si accanisce in modo assurdo sulle persone. Il 5 settembre del 2021 Andrea Augello presentò il suo libro “C’era una volta mio fratello”, dedicato alla memoria di Tony Augello, nel ventennale della prematura scomparsa (in realtà la presentazione slittò di un anno a causa del Covid). Il senatore Augello aveva avuto i primi sentori della malattia, la stessa che si portò via Tony a soli 44 anni, ma la diagnosi gli sarebbe stata fatta alcune settimane dopo.

Quella domenica mattina, quasi alla fine dell’estate romana, Augello si soffermò sulla conclusione del libro, neppure avesse saputo (o forse dentro di sé qualche timore lo aveva già) che la storia si sarebbe ripetuta identica nei 20 mesi successivi.

Andrea Augello è stato per chi scrive molto più di un Amico e di un padre politico, dotato di una straordinaria capacità di sintesi e di una visione complessiva e del particolare impressionante per come con la stessa profondità di analisi potesse spaziare dalle vicende nazionali e internazionali a quelle più locali di Civitavecchia e dintorni, dove conosceva tutto e tutti.

Un politico di altri tempi, che partecipava e spesso suggeriva strategie per il governo del Paese (e oggi c’è molto di Andrea Augello sia nell’esecutivo nazionale che soprattutto in quello regionale, conoscendo lui come pochissimi altri ogni aspetto della macchina della Pisana), ma al tempo stesso era presente sul territorio, a Roma come in provincia. In questo era molto simile al suo “corrispettivo” nel centrosinistra, Bruno Astorre, anche lui senatore, anche lui forte nei comuni, anche lui scomparso prematuramente, sebbene in circostanze del tutto diverse. Il Lazio nel giro di poche settimane ha perso due protagonisti assoluti della politica regionale, certamente non facili da sostituire nei rispettivi schieramenti.

Andrea ha mantenuto fino alla fine una lucidità, un coraggio e una forza incredibili anche nella battaglia con la malattia, seguendo anche in questo, ispirandosi anche ai “Capitani coraggiosi”, l’esempio del fratello: «Tony del cordoglio e della commiserazione non sapeva che farsene. Negli ultimi mesi mi ripeteva ridendo, ogni volta che gente che mai lo aveva amato lo chiamava per informarsi del decorso della sua malattia, una citazione di Oscar Wilde: “Tutti ti amano quando sei sotto due metri di terra”. Nel ventennale della sua morte davvero non occorre quel genere di amore, ma solo donne e uomini pronti, senza riserve e calcoli personali, a proiettare nel futuro prossimo la bellissima storia di una comunità politica. Il resto, il rimpianto e il dolore della sua assenza, sono ferite che il tempo riuscirà solo in parte a lenire nei cuori che lo hanno amato davvero e che non lo dimenticheranno mai”.

Parole bellissime, alla fine di un libro che vale la pena di leggere e che nelle ultime pagine contiene una lucida visione di quello che potrebbe e dovrebbe diventare l’Italia e di quella che sarebbe stata la straordinaria impresa di Giorgia Meloni, per tutta la destra Italiana. Nel 2021 Andrea Augello preconizzava l’incredibile successo di Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia, quello, con tanto di nome e cognome, di Francesco Rocca alla Regione, avvertendo anche dei rischi che ogni vittoria porta con sé e chiudendo con quello che era l’interrogativo di Tony Augello e che oggi è ancora attuale nelle parole di Andrea, nemmeno fosse un testamento politico scritto due anni prima di morire: «Cosa saremo disposti a fare oggi, alla vigilia di una fase così importante come la stagione politica che ci attende nei prossimi anni, perché tutti i sacrifici, i sogni, le speranze di chi ci ha preceduto continuino ad alimentare una storia degna di essere raccontata?».

Siamo certi che in tanti, tantissimi che hanno avuto la fortuna di conoscere Andrea Augello e l’onore di poter condividere con lui vittorie e sconfitte, non abbiano dubbi nel rispondere a questo interrogativo, così come non li ebbe lui nel proseguire la strada tracciata da Tony.

Forza e onore per un Italiano che il destino o qualcuno lassù ci ha tolto troppo presto. (m.gra.)

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L’ULTIMO INTERVENTO PUBBLICO DI ANDREA AUGELLO