Due uomini, due poliziotti. Il primo è Federico Giorio un procuratore legale vissuto nella fine dell’800. L’altro si chiama Alessandro Maurizi, ed è un agente di polizia della Digos di Viterbo. Il destino unisce questi due uomini, una sera d’estate quando, un amico di Alessandro gli regala un antico libricino del 1882 dal titolo “Ricordi di questura”, scritto proprio da Giorio. Sono le pagine di quel volumetto, dove l’autore descrive la polizia di allora come meschina e inadeguata, che creano un ponte ideale che unisce i due uomini a più di un secolo di distanza. Da quel piccolo regalo, Maurizi dà vita ad una vera storia dalle tinte noir, fatta di delitti e intrighi che soffocano come una ragnatela stagnante lo scenario di un’Italia dove regna la povertà e il fermento.

«Quando il mio amico mi donò il piccolo libro lo aprii subito - racconta Maurizi - Era una sera d’estate trasteverina: la musica, l’allegria, eppure io fui subito rapito dentro un antico mondo solamente dopo aver letto una manciata di righe».

Ma chi era Giorio? Chi era quell’uomo che denunciava le meschinerie di un corpo nato da poco, ma come lo definiva lui nelle pagine, già marcio?

«Nulla, era un fantasma: nessuna nota biografica, nessun riferimento. Quell’uomo per la storia non era mai esistito. Nei giorni, nelle settimane e poi nei mesi a seguire, fui preso da un’ossessione che mi spinse a cercare in tutt’Italia le tracce di quell’uomo che aveva avuto il coraggio di scrivere un libro di denuncia come quello. Alla fine, la mia ricerca fu premiata, e dalla mia mente scaturì quasi spontaneamente il bisogno di ridare vita a quel personaggio che ormai era nell’oblio».

Da questo incontro che varca le barriere dello spazio e del tempo, nasce il libro “Gli invisibili di San Zeno”.

E sono proprio loro a dare vita a un racconto avvincente, dove proprio quattro personaggi che la società bene dell’epoca relegava al ruolo di invisibile, animano una storia che inchioda il lettore fino all’ultima riga.

«Sono gli invisibili i protagonisti della storia – continua Maurizi – proprio come Giorio, che la storia ha dimenticato. Questo libro non è solo un romanzo, è principalmente un tributo a tutte quelle persone che, pur facendo della propria vita uno strumento per il bene, rimangono nell’ombra».

Alessandro Maurizi porterà di nuovo in vita Federico Giorio, questa sera quando alle 18 presenterà il suo libro nella libreria Borri Books di piazza delle Repubblica.