SANTA MARINELLA – L’archeologo Flavio Enei spiega l’importanza ai fini dell’informazione sulle attività marinare storiche, del Museo del Mare e della Navigazione Antica. “Il lavoro svolto negli anni – dice Enei - ha portato alla creazione di un significativo Museo del Mare molto particolare capace, senza dubbio, di stimolare l’interesse e la curiosità verso il mondo della nautica del Mediterraneo antico. Una forma di gestione pubblico-privata consente il buon funzionamento dei servizi didattici e culturali collegati al museo, oggi gestiti da Coopculture.

L’indubbio successo delle attività didattiche e di formazione rivolte al mondo della scuola e dell’associazionismo culturale, permette l’occupazione di operatori museali e guide tramite un sostanziale autofinanziamento dell’impresa. Le attività di ricerca e di divulgazione scientifica curate in collaborazione con collaborazione con la Soprintendenza, gli Enti locali e l’associazione onlus Gruppo Archeologico del Territorio Cerite, hanno permesso la creazione di una struttura museale articolata ed interessante, insignita dal 2005 del “Marchio di Qualità Regionale”, illustrata più volte al pubblico italiano da note trasmissioni televisive come Linea Blu, GeoeGeo e da ultimo Superquark di Piero e Alberto Angela, un museo dinamico che viene ad essere un nuovo punto di riferimento scientifico e culturale nel litorale nord di Roma”.

L’archeologo ha poi informato sulle bellezze storiche del territorio. “Continuando la panoramica dei ruderi archeologici che si estendono lungo la costa, da Torre Chiaruccia fino al fosso Marangone di Civitavecchia – conclude Enei - in questa stratigrafia geologica che parte dal basso con la serie della pietra forte (arenarie calcareo-quarzose marroni per alterazione e argilloscisti varicolori) del cretacico superiore e ciottolami continentali del tirreniano fino alla parte finale olocenica, emerge una stratigrafia antropica di fase edilizia di epoca romana storicamente relazionabile alla colonia di Castrum Novum, si nota il piccolo canale in macigno quadrangolare di defluvio, sopra cui erge una muratura portante in cementizio realizzata in lapidei di flysch, pietraforte e scaglia civitavecchiese. Questo luogo, ripetiamo, è un museo a cielo aperto che ogni giorno è minacciato dalla erosione costiera e sta scomparendo poco a poco, merita invece di essere preservato e valorizzato”.

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