CIVITAVECCHIA - Dopo quasi otto anni di gestione invece dei cinque previsti dallo statuto, l’avvio delle elezioni, fissato a ottobre 2022 in applicazione della delibera di CdA 29/2021 a firma del presidente De Paolis, oggi interdetto dai pubblici uffici, è stato illegittimamente rimandato a gennaio 2023 e probabilmente verrà ancora posticipato con qualche ulteriore artificio. È l’ennesima beffa perpetrata da questa gestione". Il comitato Usi Civitavecchia Civitavecchia torna all'attacco dell'Università Agraria chiedendosi come sia possibile che solo in città, a differenza degli altri comuni, si possa assistere a questa situazione.

"Del resto l’espediente della convocazione fittizia delle elezioni viene sistematicamente utilizzata dall'università per evitare possibili interventi delle istituzioni o della magistratura - hanno spiegato dal comitato - come è stato scritto in questi giorni “Se non credessimo nelle istituzioni e nella correttezza del presidente del Tribunale Francesco Vigorito verrebbe quasi il dubbio che sulla questione Università Agraria ci possa essere una sorta di compromesso-accordo”. Si perché il tribunale non ha fermato in ottobre   questa amministrazione su richiesta di alcuni soci che chiedevano di annullare le delibere emesse da un CdA composto ormai da soli 5 membri su 11 e di nominare un commissario ad acta che portasse rapidamente ad elezioni l’associazione il cui  presidente è interdetto per almeno un anno dal ricoprire il suo ruolo. Certo il tribunale non aveva ancora a disposizione la sentenza n°16572 del 12/12/ 2022 con la quale il TAR del Lazio disconosce in più punti la nomina a presidente facente funzione della signora Damiria Delmirani respingendo uno dei due ricorsi proposti dall’agraria per "nullità della procura, in quanto conferita da un soggetto privo dei relativi poteri rappresentativi". Si tratta per inciso della stessa sentenza per la quale la signora Delmirani esultava qualche giorno fa sulla stampa parlando  in toni trionfalistici di "un'altra decisione favorevole della magistratura" che "certifica la bontà delle azioni intraprese". Questo è purtroppo oggi il "modus operandi" dell'Agraria. Al nostro Comitato quello che veramente preme, oltre che evitare la dissipazione del patrimonio collettivo causato dalla smobilitazione di oltre 3 milioni di investimenti in obbligazioni e dall’impiego del capitale per le spese correnti (anziché reinvestirlo, come previsto dalle norme di legge, a favore della collettività), è risolvere la questione dei vincoli di uso civico che questa gestione si ostina a mantenere su centinaia di ettari densamente edificati, nonostante 8 processi vinti dai ricorrenti e 15 relazioni dei periti demaniali nominati dal giudice dimostrino essere quei terreni liberi da ogni vincolo. Sarebbe bastato dichiarare superata la perizia Monaci, che impone vincoli inesistenti sui 170 ettari di Tenuta delle Mortelle e sui 106 ettari della Tenuta XIII Quartucci, e far realizzare una nuova perizia che tenga finalmente conto dei riscontri documentali. Invece assistiamo ad una serie infinita di processi e quel che è peggio di ricorsi dell’agraria contro i cittadini con un dispendio annuo di centinaia di migliaia di euro della collettività stessa. La soluzione potrà scaturire da un intervento regionale che blocchi definitivamente l’esecutività della perizia sulle due tenute liberando oltre 5000  famiglie e da un successivo riordino degli usi civici sul nostro territorio, con un intervento regionale ai sensi della  L.R. n° 8/1986 recentemente modificata. Questa è l’azione che il Comune sta ripetutamente chiedendo alla Regione - hanno concluso - per quanto riguarda le irregolarità gestionali confidiamo che ulteriori ricorsi dei soci e dei cittadini ottengano finalmente soddisfazione presso la magistratura riportando l’agraria ad una gestione quantomeno corretta e rispettosa dei diritti dei soci e dei cittadini".