CIVITAVECCHIA - Anche a Civitavecchia è allarme per la carenza farmaci. Il dato che traspare da alcune testimonianze di farmacie locali è simile a quello nazionale: scarseggiano antinfiammatori, antimucolitici, antibiotici per uso pediatrico e antipiretici. Secondo l’Aifa sono oltre 3mila i farmaci attualmente introvabili o quasi, una situazione che rischia di scatenare la tempesta perfetta perché l’influenza è arrivata e sta colpendo duro. «È un periodo particolare - spiega il dottor Vincenzo Palombo, della farmacia Palombo - perché c’è una maggiore quantità di prodotti mancanti rispetto alla norma. Carenza che riguarda alcune molecole che vengono utilizzate anche come terapia antinfiammatoria nel caso di influenze, mal di gola. C’è maggiore difficoltà a reperire molecole e principi attivi - e costi maggiori - e in alcune circostanze mancano le materie prime per gli imballaggi».

Inoltre tutta la filiera risente delle problematiche legate a caro energia, rincari vari e guerra. «Tra le molecole più carenti - continua Palombo -, anche legati alla terapia domiciliare Covid, sicuramente i farmaci contenenti ibuprofene, sia per adulti che per bambini, sono quelli che stanno risentendo maggiormente, ad esempio il Brufen è irreperibile da qualche mese». Situazione simile alla farmacia Spurio: «Stiamo vivendo un periodo straordinario - spiega il dottor Riccardo Spurio - in cui non si trovano gli sciroppi antibiotici per bambini, o i farmaci più utilizzati per fare l’aerosol (quelli utilizzati per le affezioni del primo tratto respiratorio), non si trova il Brufen da 400 o da 600 e, soprattutto, nessuno dei loro equivalenti».

Una delle possibilità è che la produzione, interrotta durante il covid, non sia in grado di stare dietro alla forte domanda. «Ne ordiniamo 20-30 - conclude Spurio - e ce ne arrivano 2-3. Il problema è grave» perché c’è carenza anche di generici equivalenti. Anche alla farmacia Il Faro si è registrata carenza di Ibuprofene. «La carenza - spiega il dottor Andrea Baldini - di tale molecola, in ogni sua forma e dosaggio (anche in prodotti pediatrici) è data dal fatto che il suo consumo è esponenzialmente aumentato come molecola chiave nei protocolli anti Covid e per il suo utilizzo anche nelle sindromi infiammatorie influenzali che in questo periodo stanno colpendo una media di 1 persona su 3». Problematiche che hanno mandato le aziende in rottura di stock.

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