TARQUINIA - In occasione della Giornata internazionale dei diritti delle persone con disabilità del 3 dicembre, l'amministrazione comunale ha deciso di attuare interventi concreti in favore di persone diversamente abili e dei loro famigliari.

CARE GIVER DISABILITÀ GRAVISSIMA «Tarquinia, capofila del Distretto sociale VT/2 - spiega l’assessore ai Servizi sociali Alberto Riglietti - ha pubblicato l’avviso per promuovere le azioni relative all’attivazione degli interventi per il sostegno al caregiver familiare di utenti in situazioni di disabilità gravissima, in attuazione delle linee guida approvate con deliberazione di giunta regionale n. 341 dell’8 giugno 202»1. «Nello specifico - spiega Riglietti - tali attività riguarderanno interventi quali: informazione base sulle procedure per l’accesso alle prestazioni assistenziali offerte dal sistema integrato ed orientamento alle diverse opportunità e misure di sostegno per il “caregiver familiare”; creazione di percorsi agevolati per l’accesso alle informazioni dei caregiver familiari relativamente ai servizi attivati in ambito comunale/distrettuale; formazione al “caregiver familiare” riconosciuto dai servizi per accrescere la consapevolezza del ruolo e facilitare la gestione dello stress e delle situazioni di emergenza. Formazione specifica anche su aspetti tecnici (focali) che consentano al “caregiver familiare” di svolgere, in modo adeguato, le attività di assistenza quotidiana e di autogestirsi tenuto conto della complessità della condizione di disabilità e delle capacità individuali. Previsto anche il riconoscimento delle competenze: le competenze maturate dal caregiver familiare durante il percorso di cura ed assistenza alla persona con disabilità o non autosufficiente, possono essere valutate, a richiesta della persona interessata, ai fini del riconoscimento di crediti formativi di frequenza nell’ambito di percorsi formali finalizzati all’acquisizione di competenze o dell’attestato di qualifica relativo a profili presenti nel Repertorio regionale; sollievo programmato: accoglienza temporanea dell’assistito in struttura residenziale o semi-residenziale; sollievo a domicilio per consentire al caregiver familiare momenti di pausa, anche rimanendo sostituzioni domiciliari di sollievo in casi di assenza prolungata del caregiver familiare per motivi clinici o in situazioni di particolare necessità rimesse alla valutazione esclusiva dei competenti servizi territoriali; sollievo in emergenza: supporto nelle situazioni di temporanea impossibilità ad assistere il familiare per malattia o altri eventi non programmabili (es. sostituzione con operatori professionali); servizi di teleassistenza o altre forme di supporto a distanza per aiutare, su richiesta, il “caregiver familiare” nella gestione di emergenza e criticità; supporto in caso di ricovero per malattia della persona assistita (specie se minore di età). L’intervento di sollievo di emergenza dovrà essere attivato entro le 48 ore successive alla richiesta. E ancora, ascolto e supporto psicologico relazionale attraverso la programmazione di incontri, individuali o di gruppo, a cadenza periodica, per offrire al “caregiver familiare” ascolto, consulenza psicologica e, ove necessario, attivazione di percorsi psicoterapeutici di sostegno mirato sulla base della valutazione del burden. E ancora, sostegno di gruppo: iniziative di auto mutuo aiuto per favorire la condivisione, l’aiuto tra “pari”, la solidarietà tra persone che vivono la stessa esperienza, l’empowerment; iniziative per contrastare l’isolamento sociale (momenti ricreativi, vacanze, weekend sollievo); iniziative di promozione del benessere fisico e mentale, iniziative legate a specifiche patologie che, per la loro complessità, comportano un maggiore impatto (es. caffè Alzheimer)». «Tutte queste azioni e gli interventii costituiscono il ventaglio di risposte da attivare a tutela del benessere psico fisico del “caregiver familiare” riconosciuto - spiega Riglietti - Le stesse andranno personalizzate dagli operatori socio sanitari di riferimento in base alla valutazione multidimensionale dei bisogni personali e, nella priorità e nella graduazione, rileverà il carico assistenziale sostenuto (intensità, durata, situazione familiare, professionale ecc.) tenendo in particolare considerazione la situazione del caregiver convivente per una lunga durata con la persona con disabilità e, soprattutto, la condizione del caregiver convivente ed unico parente».