Era atteso un fine settimana col botto per l’amministrazione Tedesco. E così è stato. Ma la deflagrazione non è arrivata da dove era attesa. Anzi, da Mari solo silenzio. Il boato proviene da palazzo del Pincio.

Dopo 3 mesi in chissà quale cassetto, spunta in commissione una delibera (se non la prima, sicuramente quella più “pesante” in quasi due anni di mandato) a firma dell’assessore alle Partecipate Daniele Barbieri, con la quale si chiede al Consiglio Comunale l’autorizzazione a ricapitalizzare con altri 2 milioni di euro di soldi pubblici la Csp, che a dicembre perderà altri 900 mila euro o giù di lì.

Come se non bastasse, il piano prevede un altro pasticcio: dopo aver perso - come pronosticato dalla consigliera-sindacalista Fabiana Attig - i contenziosi in primo grado con il personale del servizio di portierato e di assistenza al teatro Traiano passati a Csp attraverso una agenzia interinale, il Comune si riprenderà il servizio mettendolo a gara, stavolta con la “clausola sociale”, che però in questo caso non è prevista dalla legge.

Oggi si chiede ai consiglieri comunali di votare una ricapitalizzazione da 2 milioni di euro dei civitavecchiesi, che si potrebbero usare per i servizi sociali, le famiglie, le imprese o altri interventi per una città a pezzi, per far fronte invece alle spese che in questi due anni abbiamo sempre denunciato su questo giornale: la parentopoli degli interinali, le promozioni, i passaggi di livello, le conciliazioni “allegre”, una gestione del personale più che discutibile con figli e figliastri dentro e fuori l’azienda. Conti da pagare, mentre il piano di risparmio per la raccolta differenziata mista, quello per i cimiteri che crollano sono finiti nel dimenticatoio e l’accordo per i crocieristi, che rende definitivo quello per il Covid pensato sempre da Grasso per dare nuovi ricavi all’azienda non a carico dei civitavecchiesi, è stato tenuto fermo mesi per essere firmato solo a novembre , a crociere finite per quest’anno.

Due anni fa per votare la delibera 78, accompagnata da un piano di ristrutturazione aziendale rigoroso (che infatti, nonostante l’arrembaggio di consiglieri vari & c. ha consentito alla fine del 2021 di riportare in equilibrio i conti) ci furono sceneggiate clamorose, mentre oggi a un paio di settimane lavorative dalla fine dell’anno sbuca dal nulla una delibera che la Corte dei Conti analizzerà con la lente di ingrandimento e si pretende che il consiglio approvi, avendo la sola alternativa di liquidare la società.

Dove è oggi il cavaliere nero che produceva pareri di luminari del diritto per non far chiedere a Csp un finanziamento bancario che in quel momento sarebbe stato garantito al 100% dallo Stato? Ieri non vennero chiesti i soldi ad una banca. Oggi 2 milioni del Comune vanno dati senza stare troppo a discutere, dopo che la delibera 78 è stata disattesa, guarda un po’, proprio nella parte in cui avrebbe consentito un ulteriore aumento patrimoniale da oltre 1 milione, senza versare un centesimo, ma solo conferendo beni già in uso alla società e inutilizzati dal Comune stesso.

Dove è oggi il Perello che citava il professor Caffè sugli sprechi delle municipalizzate, dichiarandosi contrario a salvare Csp, “da mettere sul mercato insieme ai servizi pubblici”, come sostenuto anche all’epoca da Forza Italia? Dove sono i consiglieri che votarono a fatica la delibera, corretta e blindata sotto ogni profilo, salvo poi, dopo la estromissione di Grasso, FdI e la Svolta, lasciar prendere altre strade alla giunta, che ha poi cacciato anche Carbone, che con Grasso stava lavorando per risanare l’azienda, per sostituirlo con Lungarini che oggi bussa cassa per ripianare le nuove perditecon altri 2 milioni di soldi pubblici?

Vedremo presto, ascolteremo... i silenzi e conteremo le mani alzate in consiglio comunale.

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