Così come era successo domenica scorsa in campionato, anche i Coppa Italia, a determinare il risultato finale, è stato il direttore di gara. Le polemiche scaturite durante la gara, tutte volte a protestare per due decisioni dell’arbitro che hanno consentito alla Sorianese di uscire vincitrice dall’Ivano Fronti per 3 a 2, sono continuate anche nel dopo partita, dove sia i giocatori che i dirigenti, hanno fortemente tacciato la giacchetta nera di incapacità. Due sono gli episodi che hanno mandato su tutte le furie pubblico e giocatori. Il primo accaduto intorno alla metà del secondo tempo, quando in un’azione in area locale, il collaboratore dell’arbitro alza la bandierina per segnalare un fuorigioco dell’attaccante ospite, tra la sorpresa generale, invece, l’arbitro concede un rigore per un fallo inesistente del portiere Serra sul suo avversario. A venti minuti dal termine, invece, nell’area di rigore viterbese, viene platealmente atterrato Belardinelli e tra le proteste, il direttore di gara lascia continuare. «Non si può andare avanti così - urla Salipante - in due partite, tra quella di domenica e oggi, ci sono stati negati due rigori e abbiamo subito invece due penalty inesistenti. Se con il Grifone, una parte di responsabilità è stata nostra, perché ci siamo divorate cinque o sei gol fatti, in questa occasione il risultato è stato condizionato dall’arbitro, sinceramente incapace di dirigere con imparzialità l’incontro». Il Santa Marinella, forte del vantaggio dell’1 a 0 conquistato all’andata, subiva la prima rete dopo appena una ventina di minuti di gioco, per una ingenuità del giovane portiere di casa, che si ripeteva cinque minuti dopo su un tiro neppure tanto potente. Sullo 0 a 2 i locali reagivano e con Cedeno accorciavano le distanze. Nella ripresa, su una ripartenza dei viterbesi, accadeva il fatto raccontato sopra con il rigore inesistente concesso agli ospiti. A cinque minuti dalla fine, su mischia in area, De Angelis realizza il 3 a 2, ma questo risultato ha consentito alla Sorianese di passare il turno.


©RIPRODUZIONE RISERVATA