È stato ascoltato ieri in aula, rispondendo a tutte le domande di avvocati, pubblico ministero e giudice, il medico responsabile della Rsa Bellosguardo per il quale, insieme al legale rappresentante della struttura, era stato richiesto il rinvio a giudizio per omicidio colposo da parte del sostituto procuratore Roberto Savelli.


La residenza sanitaria, infatti, come si ricorderà, è stata al centro di un’indagine aperta dalla Procura per fare luce sulla morte di dodici anziani durante la prima fase della pandemia, tra aprile e maggio 2020.


Il procedimento è ancora nella fase dell’udienza preliminare. Ieri appunto si è proceduto all’esame di uno dei due imputati, assistito in aula dagli avvocati Francesca Maruccio ed Ezio Calderai. Per l’altra invece la difesa rappresentata dall’avvocato Salvatore Sciullo ha rinunciato all’esame, essendo già stata ascoltata a dicembre dello scorso anno. «Credo che il nostro assistito sia stato pienamente esaustivo - ha commentato l’avvocato Francesca Maruccio - non si è sottratto alle domande di difesa, pubblico ministero e parti civili, puntando non solo sull’emergenzialità di quel momento». Il medico, infatti, avrebbe ribadito davanti al giudice di aver operato correttamente, ponendo in essere tutti gli accorgimenti previsti da Dpcm. Attraverso le domande e gli interventi in aula si è cercato di chiarire la posizione della struttura, andando a spiegare cosa accadde in quei mesi, contestualizzando ogni aspetto della vicenda in quel particolare momento storico. Il giudice per le udienze preliminari Giuseppe Coniglio ha quindi aggiornato l’udienza al prossimo 4 aprile. In quell’occasione si procederà all’eventuale produzione documentale e alle discussioni di tutte le parti, comprese le parti civili, rappresentate dagli avvocati Andrea Miroli, Marco Paniccia e Simona Iodice, per le famiglie di tre degli anziani deceduti. Proprio dalla denuncia del figlio di una delle dodici vittime, assistito dall’avvocato Miroli, il quale individuò e denunciò presunte violazioni delle normativa in quel momento vigente in materia sanitaria per contrastare il contagio da Covid 19, prese le mosse l’inchiesta.


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