CIVITAVECCHIA - Venerdì scorso si è svolto il primo degli incontri organizzati dal "Movimento per la vita di Civitavecchia" sul tema dell'accoglienza della vita umana, alla presenza di un pubblico variegato, con una consistente presenza di giovani, che hanno seguito con attenzione la relazione svolta dal giovane Manuel Gregori sul tema "Il concepito tra il diritto romano e gli ordinamenti moderni".

"Il relatore ha evidenziato come il diritto romano sia stato una fonte preziosa per molta parte degli ordinamenti giuridici moderni - ha spiegato il presidente dell'associazione Fausto Demartis - per questa ragione, la conoscenza del diritto romano è indispensabile per capire i sistemi giuridici contemporanei. Il diritto romano difende la vita umana fin dal concepimento; ed esso, tutto il diritto, è per i giuristi romani, "costituito per gli uomini" stessi: così affermava il giureconsulto Ermogeniano, riportato nel primo libro dei Digesta, raccolta di responsi giuridici effettuata dall’Imperatore Giustiniano. Ricordiamo anche che nel secondo secolo Tertulliano (nato nel 160 d.c.), filosofo e scrittore, affermava "È già un uomo colui che lo sarà". I giuristi romani adoperavano, in riferimento al concepito, una terminologia assai concreta e semplice quale, ad esempio, "qui in utero est" (ovvero colui che è nell'utero), e non concetti astratti, usati oggi comunemente dalla dottrina o dal legislatore (Baccari). Anche "nell’epoca più remota della storia di Roma, caratterizzata da un ancor più denso pragmatismo, non meno concrete si presentassero le forme lessicali idonee ad indicare colui che già concepito, non era ancora nato", mentre al contrario, "difettano nel lessico del diritto romano d'ogni tempo espressioni che siano adatte a rappresentare una realtà solo in potenza, quali nasciturus o concepturus" (Bianchi). Il principio di tutela del concepito è elemento essenziale di una tradizione culturale millenaria anche precristiana. I motivi, concernenti non solo la famiglia e i genitori, ma anche la società sono spiegati dagli antichi giuristi romani: “non dubitiamo che il pretore debba venire in aiuto anche del concepito, tanto più che la sua causa è più da favorirsi che quella del fanciullo: il concepito infatti è favorito affinché venga alla luce, il fanciullo affinché sia introdotto nella famiglia; questo concepito infatti si deve alimentare perché nasce non solo per il genitore, cui si dice appartenere, ma anche per la res publica" (Ulpiano D. 37,9,1,15). Recentemente, in Europa, l'Ungheria ha voluto riprendere la tradizione romana, con la nuova costituzione firmata il 25 aprile del 2011:  sotto la rubrica Libertà e Responsabilità, all’articolo II, si legge: "la dignità umana è inviolabile. Ognuno ha diritto alla vita e alla dignità umana, la vita del feto ha diritto alla protezione fin dal concepimento”. Sotto molteplici aspetti si potrebbe ipotizzare una derivazione della normativa magiara dai principi del diritto romano, pocanzi espressi, tanto studiato in Ungheria".

Nel corso del convegno è stato quindi ribadito come "il principio di tutela del concepito è elemento essenziale di una tradizione culturale millenaria anche precristiana. I motivi, concernenti non solo la famiglia e i genitori, ma anche la società sono spiegati dagli antichi giuristi romani: “non dubitiamo che il pretore debba venire in aiuto anche del concepito, tanto più che la sua causa è più da favorirsi che quella del fanciullo: il concepito infatti è favorito affinché venga alla luce, il fanciullo affinché sia introdotto nella famiglia; questo concepito infatti si deve alimentare perché nasce non solo per il genitore, cui si dice appartenere, ma anche per la res publica” (Ulpiano D. 37,9,1,15). La normativa ungherese - ha spiegato Gregori - si impegna quindi a trovare strumenti per aiutare la donna, in un momento drammatico, cercando soluzioni per proteggere la vita, anziché sopprimerla. Ogni Stato della vecchia Europa dovrebbe impegnarsi di più ad agevolare e sostenere la gravidanza della donna anziché limitarsi a ‘medicalizzarla’. Anche, e soprattutto oggi - conclude Gregori - in questo periodo di instabilità internazionale, bisogna tutelare la vita umana in tutti i suoi stadi: echeggiano anche oggi, infatti, le parole di Madre Teresa: «Oggi il più grande distruttore della pace è il crimine contro quei bimbi innocenti, mai nati. Se una madre può uccidere suo figlio, cosa impedisce a noi di ucciderci l’uno con l’altro?".

La relazione di Gregori è stata  molto apprezzata. Il prossimo incontro si terrà il 16 dicembre 2022 ore 18, presso la sede del Movimento per la Vita, con Mariassunta Cozzolino dottore di ricerca diritto Canonico ed Ecclesiastico, trattando il tema "Le nuove minacce alla vita umana nell'Evangelium Vitae".