Sarebbero stati proprio loro a denunciare la situazione dopo una visita non concordata in casa Anziano rinchiuso in uno sgabuzzino, i figli: «Noi all’oscuro di tutto»
«Sono stati i figli dell’anziano a scoprire quanto accadeva all’interno dell’abitazione dei genitori».
Lo ha confermato l’avvocato Ivano Bisozzi, che assiste i figli dell’uomo che, secondo le indagini coordinate dalla Procura di Civitavecchia e affidate ai carabinieri, sarebbe stato costretto dalla moglie a dormire in uno sgabuzzino, senza letto e soltanto con un recipiente per espletare i propri bisogni fisiologici, e ad uscire di casa per il resto della giornata, dalle 9 del mattino e fino a sera, con soli 5 euro che gli sarebbero dovuti bastare per tutto il giorno.
«Quando la madre ha avuto un incidente domestico ed uno dei figli si è recato nell’appartamento senza avvertire – ha spiegato l’avvocato Bisozzi – ha scoperto quanto accadeva in quella casa. La porta dello stanzino era socchiusa ed una volta aperta si è reso conto di quanto nascosto». I figli della coppia fino a qualche anno fa risiedevano fuori città, rientrati da poco a Civitavecchia. A quanto pare, sarebbe stata la madre a stabilire giornate ed orari per eventuali visite in casa. «Evidentemente – ha aggiunto il legale – in quelle occasioni tutto sembrava più che normale. Anche il papà non ha mai confessato nulla, forse per paura o forse per tutelare i suoi stessi figli. Loro erano davvero all’oscuro di tutto fino a quest’estate, quando è emersa questa situazione. I carabinieri hanno condotto un’indagini capillare e delicata, la denuncia è stata formalizzata dopo poco».
E in quel momento si sono anche ricordati di un telefono cellulare regalato qualche anno prima al padre, nonostante la contrarietà della donna.
«Cellulare – ha aggiunto il legale – che poi è scomparso».
Il settantenne al momento è in una struttura adeguata, assistito come necessario. Nel frattempo è arrivato l’avviso di chiusura delle indagini priliminari.
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