GIAMPIERO ROMITI

Proviamo a pensare: se ad un amico, incontrato di prima mattina, dopo averlo salutato chiedessimo “dove vai di bello ?” e ci sentissimo rispondere “ al polo alimentare”, capiremmo che si stia recando al familiarissimo mercato dove banchi di frutta, verdura e di pesce si trovano nelle piazze Regina Margherita e XXIV Maggio ?

Non crediamo proprio.

E non salti fuori il solito bastian contrario o peggio ancora rompicoglioni a sostenere una qualunque teoria in base alla quale sarebbe più che logico ritenere che non fa alcuna differenza usare un termine anziché un altro.

Pertanto un polo alimentare non può mai essere il “nostro” mercato : inutile impegnarsi in laboriose masturbazioni mentali, che avrebbero soltanto l’effetto di rendere meno chiara la vista soprattutto a coloro che chiara l’hanno sempre avuta.

Ma perché questa premessa ?

Bè, per il semplice e se vogliamo financo incredibile problema che è divampata una furiosa polemica tra il Movimento Cinque Stelle e la maggioranza centrodestrorsa.

E a dare fuoco alle polveri sono stati proprio i “contiani” dopo aver piazzato la lente d’ingrandimento su una pagina del piano triennale delle opere pubbliche. Come già riportato da La Provincia nelle recenti edizioni del 9 e 10 scorsi con titoli assai eloquenti ( “Nuova tegola sul mercato cittadino” e “Il Polo alimentare della discordia”) e da Civonline.it (“Mercato, gli operatori chiedono chiarezza sul Polo Alimentare”), i consiglieri pentastellati hanno evidenziato criticamente che nel suddetto Piano “compare uno stanziamento di tre milioni di euro per la realizzazione di un Polo alimentare che vedrà in piazza XXIV Maggio sorgere una struttura di due piani: uno dedicato all’ortofrutta e quindi in concorrenza con il “vero” mercato; l’altro alla ristorazione”.

“E per questo – hanno rincarato la dose – si spiega la pressione della Giunta per far scomparire le casette di legno a tutti i costi”. Immediata la replica dell’assessore al commercio Dimitri Vitali il quale si sarebbe dapprima detto “ignaro di tutto” (La Provincia, 9 novembre) e in un secondo momento , partecipando alla trasmissione “Newsroom” condotta dal giornalista Stefano Pettinari, incalzato sulla questione diventata ormai virale ha risposto: “Quando si parla di Polo Alimentare si intende il progetto per riqualificare piazza Regina Margherita”.

Insomma per il “salviniano” Polo Alimentare sarebbe il sinonimo di mercato ed è già questo un goffo ed inutile tentativo di salvare capra e cavoli, che però non lo assolve assolutamente dall’aver fatto capire di cadere dalle nuvole di fronte a quanto “scolpito” sul documento riguardante le opere pubbliche: è mai possibile che un importantissimo assessore addirittura al quadrato (è il titolare di commercio e urbanistica, che non sono proprio bazzecole !) non sappia cosa alberga in un atto stranevralgico come quello suindicato?

Risposta unica e sola: a meno che nel momento in cui venne stilato non si trovasse all’estero o in serie difficoltà (di vario genere), impossibile.

E comunque se pure (per assurdo) così fosse, una volta rimesso piede al Pincio e tornato in forma perfetta (e gliela auguriamo di cuore per altri cento anni), è impensabile che non ne abbia preso conoscenza.

Situazione insomma paradossale.

E giustamente i mercatali (che certamente non pretendono di essere esimi rappresentanti dell’Accademia della Crusca ma in possesso di una doppia laurea in buon gusto e in pragmatismo) nell’attesa che l’equivoco sull’improprio termine usato (Polo alimentare) venga sciolto, chiedono che “il piano triennale sia corretto con la dicitura esatta e finalmente si sappia con assoluta certezza qual è il futuro del mercato della nostra città” (La Provincia, 10 novembre).

E per cercare di calmare le acque è arrivato l’assessore Roberto D’Ottavio, che con il suo bel faccione che sprizza simpatia ha spiegato: “I tre milioni attengono esclusivamente a piazza Regina Margherita e in piazza XXIV Maggio può sorgere solo ed esclusivamente un parcheggio” (ibidem). Prendendo per buona la rassicurazione del numero uno dei LL.PP. (che naturalmente s’è accollato una bella responsabilità perché se non andasse come ha affermato…), adesso non resta che attendere la sostituzione di “Polo alimentare” con “mercato”.

Perché se così non andasse allora vorrà dire che gatta ci cova e che davvero i sospettosi abbiano ragione di veder spuntare in piazza XXIV Maggio la struttura, che invece l’establishment di Palazzo del Pincio afferma di non sapere neppure cosa sia.

Alla luce, tuttavia, di quanto accaduto due “innocenti” considerazioni spingono per farsi avanti. La prima: che un pezzo da novanta della Giunta (Vitali) lasci intendere di essere all’oscuro di un testo importantissimo quale il Piano Triennale delle Opere Pubbliche è non gravissimo bensì ridicolo (che è peggio, ovviamente).

La seconda: stupisce l’assordante silenzio del sindaco tanto più che ancora una volta ha a che fare con una piramidale gaffe di un “raccomandatissimo” (se Vitali non avesse ricevuto la doppia nomina che sappiamo, i consiglieri leghisti avrebbero girato il pollice verso il basso e addio maggioranza) della sua squadra.

Il quale, dopo il clamoroso flop della Fiera del Mercato e delle Macchine Agricole e le continue promesse sulla riqualificazione del mercato rimaste lettera morta, alla collana di perle farlocche ha aggiunto pure quella di fare lo gnorri riguardo al chiacchieratissimo “Polo alimentare”.

Che dire ?

Viene a mente la chilometrica sfilza di assessori finiti sotto la mannaia del Primo Cittadino colpevoli (sic !!!) solo di aver dimostrato efficienza e competenza.

E invece chi colleziona cantonate… Meditate gente meditate.

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