Parlare di sport e di fascismo potrebbe risultare un parallelismo non correlato. Eppure, cercando di essere apolitici (e asettici) e di descrivere semplicemente la storia, si può affermare che il CONI esisteva già nel 1914 come un'associazione di diritto privato con il fine di rappresentare una piccola delegazione di atleti alle varie edizioni dei Giochi Olimpici resuscitate dall'oblio dal barone francese Pierre de Coubertin. Nel 1942, in piena epoca fascista, Mussolini emanò la legge n.426 la quale istituì formalmente il CONI. In questi casi vi è la necessità di essere molto attenti con la scelta delle parole, visto l’argomento. Questo perché non si vuole affermare che il CONI è un ente di derivazione fascista, anche perché esisteva già qualche anno prima della marcia su Roma del 1922. Vi è la necessità di affermare che il CONI è anche un organismo di derivazione del Comitato Internazionale Olimpico. Per questi motivi si può concludere che Mussolini ha semplicemente istituito “giuridicamente” il CONI. Ovvio era che tutti i ruoli erano direttamente o indirettamente indicati dal Duce ma questo modus operandi era la prassi nel ventennio fascista. Un vero parallelismo che si potrebbe fare è quello dell'uso dello sport come vetrina nazionale e internazionale per i Paesi. Come il medagliere olimpico è, a tutt'oggi, una fotografia della potenza sportiva di ogni paese, Mussolini vide nello sport sia un ruolo determinante nella preparazione dei giovani fascisti sia uno strumento di attrazione della sua ideologia. L'opera nazionale balilla è un altro caso in cui giovani e sport rappresentarono due caratteri fondamentali del fascismo. Se, ancora oggi, nel terzo millennio, qualcuno parla del CONI come un progetto fascista, è perché ignora la struttura dell’organigramma che sovraintende tutto lo sport mondiale. Mussolini, comunque, vedeva di buon occhio il concetto di preparazione atletica, la costruzione di stadi, palazzetti e i campi di gara e d’allenamento di vario tipo. Si ricorda che l’intera area del Foro Italico, la sede dell’università di scienze motorie a Roma (IUSM) e il CONI, risiedono in palazzi del Ventennio e la stessa piscina del Foro è considerata, architettonicamente parlando, come la vasca più bella del mondo. L’idea che il CONI fosse di derivazione fascista, poi, è stata smentita anche con la storia. Dopo la seconda guerra mondiale il CONI è stato, sotto la direzione del dirigente sportivo Giulio Onesti, il centro nevralgico dello sport italiano. Ancora oggi il CONI rappresenta quel ruolo di amministrazione dello sport che lo Stato italiano gli ha sempre delegato a causa dell’assenza di un Ministero dello Sport e, soprattutto, a causa dell’anomala derivazione da un organismo internazionale e sovranazionale quale è il CIO.


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