Annamaria Lupi

Corsa contro il tempo per Talete.

La spada di Damocle che pende sulla spa idrica, secondo la relazione sui conti presentata dall'amministratore unico Salvatore Genova durante la consulta d'ambito di venerdì, può essere neutralizzata con la ricapitalizzazione da parte dei Comuni.

Opzione da tempo sul tavolo finalizzata a dare ossigeno alla grave sofferenza di liquidità in cui versano le casse della società idrica, in stato di pre-crisi, che però finora era stata reputata dalle stesse amministrazioni poco o nulla praticabile.

La sindaca di Viterbo Chiara Frontini, prima di escludere l'opzione, vuole capire meglio la situazione e ha chiesto a Genova di visionare i documenti contabili relativi a crediti e debiti tra il Comune e Talete.

4 i milioni che il capoluogo, maggiore azionista con il 21,4% delle quote, dovrebbe ricapitalizzare che scenderebbero a 3 in virtù del milione di credito che Palazzo dei Priori vanta nei confronti di Talete.

Una vicenda che la prima cittadina sarebbe intenzionata a portare quanto prima all'attenzione del consiglio comunale.

Al di là di Viterbo, qualora tale opzione naufragasse, le ipotesi in campo restano l'ingresso dei privati - con il rebus del ricorso presentato al Tar da cinque Comuni - o portare i libri in tribunale.

Il piano di ristrutturazione aziendale, redatto dall'amministratore unico, dovrebbe essere illustrato all'assemblea dei sindaci attorno a metà novembre.

Intanto si rafforza la platea dei Comuni contro la privatizzazione e a favore della trasformazione di Talete in azienda speciale di diritto pubblico e dell'adozione della tariffa unica regionale.

A tale proposito giovedì a Vetralla si è tenuto un incontro pubblico, organizzato dai consiglieri di minoranza, che ha visto la presenza come relatori del sindaco di Ronciglione Mario Mengoni, della consigliera al comune di Viterbo di per il ‘Bene Comune’ Luisa Ciambella, di Massimo Erbetti del Movimento 5 stelle e alcuni referenti del Comitato ‘Noi non ce la beviamo’, tra cui Paola Celletti.

«Tra le proposte di soluzione avanzate, - dichiarano gli organizzatori Costantini e Pasquinelli di Passione Civile e Anna Maria Palombi - l’ipotesi di trasformare Talete in un’azienda speciale, quale ente pubblico economico senza scopo di lucro che prevede l’obbligo di reinvestire gli utili maturati, come spiegato dal sindaco Mengoni, e – in parallelo – la previsione di una tariffa unica regionale, come avanzato dalla consigliera Ciambella, riportando che tale proposta di iniziativa popolare può anche essere direttamente approvata all’interno dei consigli comunali».

«Il dibattito - proseguono- ha messo, inoltre, in evidenza la non sostenibilità della gestione idrica in mano ad una società, quale è la Talete Spa, che per la sua natura privatistica non può accedere ad alcuna forma di finanziamento, di cui invece potrebbe beneficiare la fattispecie dell’azienda speciale. Pertanto, si è convenuto di dover nuovamente sottoporre la questione in consiglio comunale, visto e considerato che la proposta avanzata dal sindaco Mengoni era già st
ata inviata ufficialmente al Comune di Vetralla ma non presa in considerazione».

E mentre il tempo stringe, viene spontaneo chiedersi come mai soltanto ora sembra si sia preso coscienza del problema Talete e sia iniziata la ricerca di possibili soluzioni.

©RIPRODUZIONE RISERVATA