Monica Di Lecce

Un manifesto provocatorio per richiamare l’attenzione pubblica sulla drammatica situazione degli edicolanti. A redigerlo il Si.na.g.i., sindacato nazionale giornalai italiani, che ironicamente ringrazia diversi soggetti, dal Governo alla Fieg, la federazione italiana degli editori, che stanno contribuendo alla morte delle edicole. Un problema nazionale che nella Tuscia raggiunge punte particolarmente critiche.

«In centro storico a Viterbo sono rimaste quattro edicole - spiega Nicola Becattini, presidente provinciale del sindacato e membro del direttivo nazionale - erano almeno una decina. Non va meglio a Civita Castellana, un centro con 15 mila abitanti. Qui di 11 edicole, ne sono rimaste 3. Altrettante a Montefiascone se si considerano le due del paese più l’unica rimasta nella frazione di Zepponami. In pochi anni si è passati dalle 130-140 edicole in tutta la provincia a poche decine». Una situazione che sta portando progressivamente alla scomparsa di un'intera categoria. Servono interventi, e servono subito.«I problemi - spiega ancora Nicola Becattini - sono molteplici: un accordo con gli editori scaduto 12 anni fa, con relativo agio fermo a quella data». Nel corso degli anni, infatti, i prezzi dei giornali sono scesi ma è rimasta invariata la percentuale di guadagno per gli edicolanti che quindi è diminuita in maniera consistente.

«Chiediamo - prosegue il presidente provinciale del Si.na.g.i. - che la Fieg si segga intorno a un tavolo e si inizi a discutere del nuovo accordo». Un accordo che dovrà rivedere, necessariamente, le percentuali di guadagno sui giornali ma anche sui prodotti per i bambini.Tuttavia un nuovo accordo da solo non basta: senza concreti sostegni da parte del Governo, non si riuscirebbe a garantire la sopravvivenza della categoria. «Per la verità - puntualizza Becattini - l’Esecutivo ha destinato 15 milioni di euro per gli edicolanti. A tutt’oggi però non si conoscono le modalità, il riparto e i tempi di distribuzione di questi fondi».

A livello locale durante la pandemia gli edicolanti avevano iniziato a ragionare su nuovi servizi da offrire alla clientela, come quello adottato già in altre città italiane, di poter ritirare i certificati anagrafici presso di loro.«Avevamo preparato un protocollo di intesa per fare i certificati in edicola - dice ancora Nicola Becattini - che avrebbero portato qualche utile, ma che poi è rimasto nei cassetti. A tal riguardo, comunque, chiederò un incontro alla nuova giunta».