VITERBO - In coincidenza con la Settimana europea per la sicurezza e salute sul lavoro, si è svolto in Prefettura, un incontro per fare il punto della situazione della sicurezza e salute sui luoghi di lavoro nel territorio provinciale.


Alla riunione, presieduta dal prefetto Antonio Cananà, hanno partecipato, oltreché i vertici provinciali delle Forze di polizia, i rappresentanti degli enti che svolgono funzioni di vigilanza e controllo nel settore (Inail, Ispettorato Territoriale del lavoro, Asl, Inps) i segretari provinciali delle organizzazioni sindacali Cgil, Cils e Uil e delle organizzazioni datoriali rappresentative del mondo dell’industria, del commercio dell’artigianato e dell’agricoltura.


L’esame congiunto ha evidenziato un incremento, negli ultimi periodi, degli infortuni un po’ in tutti i comparti produttivi, da mettere in connessione, tuttavia, con l’aumento del numero degli occupati che si è potuto registrare in alcuni settori significativi quale, ad esempio quello edile. E’ stato rilevato, inoltre, che le carenze maggiori riguardano le imprese medie e piccole, sulle quali quindi occorre concentrare gli sforzi in termini di prevenzione, formazione e contrasto.


A fronte di tale analisi, ciascuno degli organismi partecipanti alla riunione ha illustrato le iniziative e misure poste in essere e quelle “messe in cantiere” per il contenimento degli infortuni sul lavoro, fornendo anche utili spunti di riflessione per possibili, ulteriori interventi futuri.


A conclusione della riunione, è stato concordato di convocare il Tavolo in Prefettura con cadenza semestrale, dandogli la fisionomia di sede privilegiata di analisi congiunta del fenomeno infortunistico e di orientamento degli interventi necessari, che opererà senza sovrapporsi agli organi operativi e di coordinamento istituiti per legge e già attivi.


Quanto alle parti aventi diretto interesse e competenza nella materia (organizzazioni sindacali, associazioni datoriali, enti pubblici di controllo e Forze di polizia), la loro azione sarà improntata ad una intensificazione dell’interscambio informativo in modo da rendere più proficue le attività di formazione, informazione e prevenzione, da un lato, e quelle di controllo e ispettive, dall’altro, orientandole verso i comparti produttivi e gli ambiti territoriali in cui vengono riscontrate significative sacche di illegalità e lavoro nero.


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