Se il movimento paralimpico internazionale deve la sua nascita al neurochirurgo inglese Sir Ludwig Guttmann, in Italia la nascita del Comitato Italiano Paralimpico comincia da lontano. Il medico Antonio Maglio, già primario del Centro Paraplegici di Ostia “Villa Marina”, si cominciò a occupare proprio dei reduci di guerra e delle loro problematiche neurologiche ai primi degli anni ’50. Fu lui a proporre l’entrata in gara alle Olimpiadi di Roma 1960 di una delegazione di disabili. Infatti, è proprio dalle Olimpiadi italiane che i Giochi Paralimpici prendono ufficialmente il via. Fino al 1974 non ci fu un vero e proprio Comitato Italiano Paralimpico, anzi. Solo negli anni ’70 si arrivò alla costituzione dell’Associazione Nazionale per lo sport dei paraplegici (Anspi) per “promuovere, sviluppare e disciplinare lo sport di atleti disabili quale strumento di recupero”. Fino al 1978 la Fisha (Federazione italiana sport handicappati) operò come Anspi, cercando di cooperare con il CONI. È nel 1987 che la Fisha ebbe il riconoscimento da parte del Comitato Olimpico Italiano e diventò una Federazione Sportiva Nazionale, al pari delle altre. La Fisha rappresentava anche la Fics (Federazione Italiana Ciechi Sportivi) e la Fssi (Federazione Sportiva Silenziosi Italiana). Il 1990 è l’anno in cui le tre federazioni di cui sopra si unirono nella Federazione Italiana Sport Disabili (FISD). Nel 1996, però, la Federazione Sportiva Silenziosi Italiana uscì dalla Federazione Sport Disabili poiché il suo rappresentante internazionale, il Ciss (Comitato Internazionale Sport Silenziosi), non aderì ai principi e ai programmi Olimpici e Paralimpici. La legge n°189 del 15 luglio 2003 istituì, poi, il Comitato Italiano Paralimpico “promuovendo la massima diffusione della pratica sportiva per disabili in ogni fascia di età e di popolazione” col fine ultimo che ciascuna persona affetta da disabilità potesse aver garantita la possibilità di migliorare il proprio benessere attraverso la pratica sportiva. Con l’emanazione del D.lgs. n. 43 del 27 febbraio 2017 il Comitato Italiano Paralimpico ottenne il riconoscimento formale di ente con personalità giuridica di diritto pubblico per lo sport praticato da persone disabili, mantenendo il ruolo di “Confederazione delle Federazioni e Discipline Sportive Paralimpiche”. Il CIP, tutt’oggi, riconosce circa cinquanta enti sportivi, tra Federazioni Sportive Paralimpiche (FSN), Discipline Sportive Paralimpiche (DSP), Enti di Promozione Sportiva Paralimpica (EPSP) e Associazioni Benemerite Paralimpiche (ABP).


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