Viterbo - “Ora non posso più parlare, ma posso pensare, amare, pregare, scrivere e offrire la mia croce.
Sto ferma con molti cuscini, non dico una parola, prendo le medicine e la tosse è rara, non soffocante.
Certo non posso lavorare. Ma in cambio prego ore ed ore e offro per tutte le intenzioni che mi stanno a cuore”

Queste parole sono di Armida Barelli, la cui figura è stata ricordata sabato scorso, alle ore 10, nella sala quattrocentesca del Monastero di Santa Rosa a Viterbo, nel corso del convegno “Armida Barelli. Nulla sarebbe stato possibile senza di lei“.

[caption id="attachment_436537" align="alignnone" width="300"] Prof. Giuseppe Fioroni [/caption]

Sono intervenuti al convegno: il vescovo di Viterbo mons. Lino Fumagalli, il prof. Giuseppe Fioroni, Vice presidente dell’Istituto G.Tonioli di Studi Superiori, Isabella Zeloni, Presidente dell’Azione Cattolica diocesana, Daniela Storiani, ex vice presidente nazionale di Azione Cattolica, il direttore dell’Archivio storico “ Mario Romani” dell’Università Cattolica, Aldo Carera ed Ernesto Preziosi, vicepostulatore per la causa di beatificazione di Armida Barelli; in collegamento, tra gli altri, il futuro vescovo di Viterbo mons. Piazza.

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Il convegno è stato moderato dal giornalista di TV2000, Pierluigi Vito e seguito da Salvatore Regoli dell'associazione Juppiter.

Presenti in sala le autorità religiose, civili e militari, Suor Francesca Pizzaia e le Suore Alcantarine, Luisa Ciambella, don Flavio, don Luca e un folto pubblico. Tutti esauriti i posti a sedere. Molte persone hanno assistito da uno schermo posto al piano inferiore.

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Ha introdotto il convegno Suor Francesca Pizzaia, custode del Santuario di Santa Rosa.

Armida Barelli è stata beatificata il 30 aprile 2022, nella cattedrale di Santa Maria Nascente a Milano. I resti mortali di colei che fu nota come la “Sorella maggiore” della Gioventù Femminile di Azione Cattolica riposano, dall’8 marzo 1953, nella cripta della cappella principale dell’Università Cattolica a Milano. La sua memoria liturgica è invece stata fissata al 19 novembre, giorno anniversario della sua consacrazione tra le Missionarie della Regalità.

«Nasce nel tempo dei lumi a petrolio, dei treni a carbone, delle carrozze a cavalli e muore al principio dell'era atomica; nasce quando le ragazze perbene non escono sole, né a capo scoperto, non studiano nelle scuole maschili, non partecipano alla vita pubblica e muore quando le donne, anche giovanissime, godono piena libertà di movimento»: Armida Barelli è davvero «donna tra due secoli» - come la definisce Maria Sticco - , una stella di prima grandezza nonché pilastro insostituibile della nascente Università Cattolica del Sacro Cuore e fondatrice della Gioventù Femminile (GF) di Azione Cattolica.

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Armida Barelli è stata un esempio di fede e di carità.
Preziosa fu la sua capacità imprenditoriale, di varcare gli orizzonti ristretti, di essere contemplativa. Aveva una fede forte e formata. Il suo non era uno spiritualismo, ma una profonda spiritualità. Recitava il rosario per la strada, "era la zingara del buon Dio"- è stato ricordato durante il convegno.

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Al centro della sua opera erano l'amore e la carità.
Cosa insegna alle donne di oggi? Ad avere coraggio e a non tirarsi indietro di fronte alle responsabilità anche nel mondo.
Le donne sono chiamate alla responsabilità, a compiere spesso un percorso in salita.
La beatificazione di Armida è un dono per l'Azione Cattolica, in una fase difficile.
È importante avere laici formati per vivere una testimonianza forte e consapevole nel mondo.

Armida sapeva quanto fosse importante la cultura e quanto fosse necessario formare i giovani.
Non erano facili i tempi di Armida e non sono facili oggi, ma è importante avere coscienze formate.
A 30 anni diceva:" Con il Signore nel cuore vado verso il mondo".

L'intervento di Ernesto Preziosi, durante il convegno, è stato incentrato sull'importanza della formazione integrale di Armida Barelli e sul ricordo della nascita dell' associazione dell'Azione Cattolica.

Il sensum ecclesiae di Armida Barelli e dell'Azione Cattolica è un dato fondante.
Il movimento cattolico entrò poi pian piano nello Stato italiano.

Il prof. Giuseppe Fioroni ha concluso il convegno dicendo:
"Fermarsi nella vita spirituale è tornare indietro. Andare avanti nel mondo, nella vita sociale e civile è stato un impegno della Barelli. Come possiamo fornire alle nuove generazioni gli ideali della Barelli e dare loro l'opportunità di formarsi all'interno della comunità cattolica della chiesa e trovare le lenti giuste per affrontare la realtà sociale?
Il non fare, potendolo, è una forte omissione.
Aldo Moro diceva che "il fare dobbiamo farlo mettendo insieme prudenza e coraggio". Possiamo ipotizzare di creare un'evangelizzazione sociale, soprattutto rivolta alle nuove generazioni ".

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