Se possiamo ammirare le vittorie degli atleti italiani alle Paralimpiadi, il merito è senza dubbio del medico Ludwig Guttmann. Il neurochirurgo polacco, naturalizzato inglese, al termine della seconda guerra mondiale, si interessò a tutti quei soldati che, tornati in patria, ebbero delle conseguenze nefaste sul proprio corpo quali danneggiamenti alla colonna vertebrale, menomazioni e difficoltà motorie. Potremmo fare una sorta di parallelismo tra Guttmann e il barone francese Pierre de Coubertin, visto che anche il medico polacco capì che lo sport poteva essere non solo una valvola di sfogo per i reduci dalla guerra, ma far avere anche dei benefici fisici per la riabilitazione neurologica. Nel 1948 Guttmann organizzo delle competizioni sportive a Stoke Mandeville, una cittadina del Buckinghamshire, contea inglese. Con il passar degli anni il medico italiano Antonio Maglio, già dirigente dell'odierna INAIL, propose al Comitato Internazionale Olimpico (CIO) di far gareggiare anche una rappresentanza di atleti disabili alle Olimpiadi che si sarebbero disputate nella città eterna nel 1960. L'evento, a Roma, venne definito come la prima edizione dei “Giochi Internazionali per Paraplegici”, e solo nel 1984 venero riconosciuti come Giochi Paralimpici. Il percorso di introduzione del concetto del paralimpismo nelle Olimpiadi non fu lineare. Si pensi che nell'edizione di Città del Messico 1968 non ci vennero disputate le Paralimpiadi per una mancanza di sostegno da parte del governo messicano. Le paralimpiadi invernali, invece, vennero ufficialmente inaugurate nel 1976 in Svezia, ma solo nel 1988 venne deciso di farle disputare nella stessa città delle Olimpiadi. È relativamente recente l'accordo tra il Comitato Internazionale Olimpico (CIO) e il Comitato Paralimpico Internazionale (IPC) con il quale si afferma che la città assegnataria delle Olimpiadi debba obbligatoriamente far disputare anche le Paralimpiadi. Il simbolo del Comitato Internazionale Paralimpico non è lo stesso del CIO e oggi corrisponde a tre Agitos, uno rosso uno blu e uno verde, il quale è un simbolo di movimento intorno a un punto centrale, e dona importanza al ruolo dell’IPC come centro catalizzatore degli atleti paralimpici nel mondo.


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