LADISPOLI - Non si spostano i riflettori da vicolo Pienza, salito agli onori della cronaca cittadina già durante la campagna elettorale della scorsa primavera, quando il sindaco Alessandro Grando aveva annunciato la volontà dell'amministrazione comunale di realizzare, nella zona, un parcheggio multipiano che avrebbe dovuto risolvere la carenza di posti auto in centro. Una struttura che comitati cittadini e movimenti politici hanno più volte contestato, fino all'approvazione, in consiglio comunale, di una mozione con la quale si chiedeva uno studio di fattibilità per la realizzazione di un sottopasso che andasse da vicolo Pienza al parcheggio già esistente al Cerreto. Ora, in attesa di capire se la soluzione proposta dalle opposizioni, possa essere realizzabile, i movimenti politici di minoranza puntano l'attenzione su un altro problema che da tempo attanaglia la zona: i disagi alla viabilità all'incrocio tra vicolo Pienza e via Taranto. Con il restringimento della carreggiata, le auto in sosta, spesso selvaggia, a farne le spese sono in particolar modo i mezzi pesanti e gli autobus del trasporto pubblico locale. E proprio in questi giorni, come evidenziato da Ladispoli Attiva, a rimanere bloccato nel traffico «è stato un autobus Seatur che ha dovuto sospendere la corsa causando non pochi disagi all'utenza. Ci chiediamo come sia possibile pensare che a un incrocio così problematico possa essere aggiunto il traffico di un parcheggio multipiano da oltre 300 posti, e ci domandiamo - incalzano dal movimento politico - secondo quali criteri l'amministrazione sostiene che un'opera simile comporterebbe un alleggerimento del traffico veicolare. Nonostante gli evidenti limiti del progetto ed il mancato coinvolgimento dei residenti nella pianificazione, l’amministrazione si mostra però risoluta nel procedere. Durante lo scorso consiglio comunale infatti in una delibera è stato approvato un aggiornamento al piano dei lavori pubblici 2022-2024 nel quale il parcheggio di Vicolo Pienza è stato programmato come opera da realizzare».


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