CIVITAVECCHIA - Sit-in davanti alla Caserma Piave delle lavoratrici delle mense delle tre caserme cittadine per segnalare una situazione lavorativa ai limiti del tollerabile.

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Ore trasformate in Fis e Cig, turni comunicati all’ultimo momento e irregolarità varie, è questa la denuncia del segretario generale della Filcams Cgil Roma nord, Civitavecchia e Viterbo Paolo Fiorenzo Cristiani che spiega: “Circa 6-7 mesi fa è subentrata un’azienda che si chiama Ladisa ad altre aziende, una in fallimento mentre l’altra ha lasciato l’appalto. Queste signore che sono 10-15-20 anni che lavorano in queste caserme si sono ritrovate in questa situazione con l’azienda che non soltanto usa fsi e cassa integrazione dovuta al fatto che c’era la pandemia ma improvvisamente dalle buste paga hanno iniziato a venir fuori grossi problemi. Ci sono trasferimenti momentanei da una caserma all’altra senza preavviso, l’attività di cuoco viene fatta da una addetta mensa e non le viene riconosciuta la paga da cuoca. C’è stato anche un abbattimento degli orari settimanali in base al numero di pasti che una caserma fa. C’è un piccolo particolare – ha sottolineato - il rapporto ore-pasti che la Ladisa utilizza è veramente molto alto cioè il 12%, 12 pasti per ogni ora lavorata. Ad esempio nelle scuole questo rapporto è al 7, in altre realtà è all’8. Il 12% è un carico di lavoro enorme, inoltre se si scende al di sotto vengono tolte le ore mentre se si supera le ore rimangono tali. In più i turni, che sono settimanali, vengono consegnati venerdì, sabato o domenica e la settimana dopo variano nuovamente e improvvisamente, sia per quanto riguarda le ore che per la collocazione giornaliera. Poi c’è una errata comunicazione da parte dei referenti territoriali delle ore che effettivamente queste signore svolgono e questo succede da maggio sino ad oggi”.

Il sindacalista spiega di aver fatto presente all’azienda “anche con tabelle su ogni singolo lavoratore. Da maggio ad oggi nonostante le promesse, decine e decine di ore con una decurtazione del proprio stipendio mensile molto forte”. Ore che secondo Cristiani vengono anche improvvisamente messe come fis o cig.

“Ci hanno promesso più volte – ha concluso - che avrebbero risolto il problema ma anche la busta paga di settembre era errata e il pregresso non è stato sanato. Le lavoratrici sono stanche, i carichi di lavoro sono elevati e non capiamo come all’interno delle caserme che rappresentano lo stato i referenti delle caserme interni non facciano nulla per ripristinare la legalità. Ieri ho chiesto alla Filcams regionale di indire uno stato di agitazione per Ladisa e noi siamo intenzionati ad andare avanti fino a quando la problematica non sarà risolta, le lavoratrici mi chiedono anche uno sciopero continuativo. Ho chiesto un nuovo incontro all’azienda per la prossima settimana, vedremo se servirà o se dovremo continuare la lotta”.

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