“Greco è il più grande disegnatore che abbiamo in Europa” Pablo Picasso

Come racconta egli stesso (“Sono nato a Catania in una casa posta sotto il livello stradale, eravamo in otto tra i genitori, i figli e una vecchia sorella di mio padre”), l’infanzia non è un periodo felice per Emilio Greco; eppure è da bambino che rimane incantato dai resti greco-romani di “Palazzo Biscari”, un gioiello seicentesco costruito a ridosso delle mura di Catania ed è sempre da bambino che comincia a riempire quaderni di disegni, facendo arrabbiare papà Giuseppe che aveva in mente per lui un mestiere più sicuro.

All’età di 13 anni il padre si ammala ed Emilio lascia la scuola per andare a lavorare a bottega di un architetto e scultore di Catania, specializzato in costruzione e restauro di monumenti civici e funerari. Sarà questo il suo primo colpo di fortuna perché apprende i primi fondamentali rudimenti della scultura e della lavorazione dell’argilla.

A vent’anni espone alcuni suoi lavori grafici in un circolo artistico di Catania e, un po’ più tardi, nel ridotto del Teatro Massimo di Palermo.
Negli anni ’30 frequenta come esterno l’Accademia di Belle Arti di Palermo conseguendo un attestato. Il servizio di leva e la seconda guerra mondiale (1939-1945) rallentano la sua formazione; per vivere dipinge stoffe e confeziona gioielli; trascorre due settimane a Parigi.
Nel 1947 fa parte del circolo di artisti che lavorano a villa Massimo, sulla via Nomentana a Roma.

Nel 1948 il secondo colpo di fortuna: ottiene il posto di assistente dell’importante scultore e sarto Quirino Ruggeri (1883-1955), membro del gruppo “Valori Plastici” insieme a Carrà, De Chirico e altri, presso il liceo Artistico di via Ripetta di Roma. Mantiene l’incarico sino al 1952, quando ottiene la cattedra di scultura all’Accademia di Belle Arti di Carrara (ABAC); nel 1955 ottiene la medesima cattedra all’Accademia di Napoli; incarico che manterrà sino al 1967. Nel frattempo diviene artista di fama internazionale ed espone a Venezia, Londra e negli USA.

L’opera che gli darà grande popolarità è il monumento a Pinocchio e la fatina del 1956, realizzato per il “Parco di Pinocchio”, a Collodi, la frazione del comune di Pescia in provincia di Pistoia, località in cui lo scrittore Carlo Lorenzini (1826-1890) aveva trascorso l’adolescenza e colto l’ispirazione per il suo celeberrimo personaggio e che assumerà come pseudonimo. Attualmente il parco è gestito dalla Fondazione Collodi.

Mentre cresce la sua fama internazionale, realizza il ciclo delle “Grandi bagnanti”, il monumento a Papa Giovanni XXIII, in San Pietro e le Porte del Duomo di Orvieto (1970). Nel 1974 il giardino-museo all’aperto di Hakone, in Giappone, gli dedica un apposito spazio denominato “Giardino di Greco”.
Nella metà degli anni ’70 insegna all’Accademia di Belle Arti di Monaco e successivamente in Austria, a Salisburgo, per richiesta del celebre pittore espressionista Oskar Kokoschka (1886-1980).
I due musei russi “Hermitage” (San Pietroburgo) e “Puskin” (Mosca) gli dedicano spazi comprendenti opere grafiche e sculture.
La città di Catania gli dedica il “Museo Emilio Greco” presso “Palazzo Gravina Cruyllas”, il medesimo che ospita anche il Museo civico belliniano.
Un aspetto poco conosciuto di Emilio Greco è la sua produzione letteraria, fatta di poesie e prose composte già in età giovanile ma che decide di rendere pubbliche solo in età avanzata; tra queste “L’oro antico delle vigne”, “Appunti di una vita” e “Memoria dell’estate”.
Nel 1962 Emilio Greco riceveva, da parte dell'Opera del Duomo di Orvieto, l'incarico di scolpire le nuove porte per la cattedrale.

Emilio Greco muore a Roma il 4 aprile 1995; è sepolto nel Cimitero di Sabaudia.