LADISPOLI - «Voglio giustizia e voglio la verità». Determinato più che mai Alessandro Ognibene, il kitesurfer aspirato dal passaggio di un elicottero militare e ferito gravemente a ottobre del 2018 sulla spiaggia di Torre Flavia. Dopo 4 anni e tante peripezie è arrivato il giorno dell’avvio del procedimento giudiziario. Tre gli imputati: due piloti e un ammiraglio della Marina a capo delle esercitazioni.

Martedì si svolgerà la prima udienza presso il Giudice di pace di Civitavecchia. «Il reato di lesioni colpose da incidente di tipo aereo – spiega il legale - è di competenza del giudice di pace. Ecco perché non verrà trattato dal tribunale ordinario. Avevamo denunciato l’omissione di soccorso ma la magistratura non ha ritenuto procedere per questo tipo di reato». Per l’accusa non sarebbe stata garantita la sicurezza né richiesta l’interdizione dello specchio d’acqua circostante. La difesa, al contrario, ha sempre puntato sulla tesi del «colpo di vento» piuttosto che il passaggio ravvicinato di un elicottero, un potente Chinook per l’esattezza durante l’operazione denominata “Notte scura 2018”. Fra i 12 velivoli in addestramento, alcuni appartenevano a forze straniere.

Di questo caso se ne parlò tantissimo. La stessa la Nato avviò un’inchiesta interna, oltre al ministero della Difesa. A condurre le indagini gli uomini della Capitaneria di porto di Ladispoli e Civitavecchia.

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