Don Ivan Leto*

Sulla strada che lo conduce a Gerusalemme, Gesù incontra la lebbra. Il lebbroso è considerato un contaminato che contamina. È come un morto, oltre che fisico, anche civile e religioso. La Legge gli impedisce infatti di partecipare al culto e lo costringe ad evitare la presenza degli altri. Alla vista di Gesù i dieci lebbrosi, intuendo in lui un possibile salvatore, gli gridano la loro sventura: "Gesù Maestro, abbi pietà di noi". Il cammino di fede inizia da un grido, dal riconoscere il proprio bisogno di salvezza. Dio vuole incontrare coloro che sono perduti. Per Gesù infatti non ci sono confini. È da notare che i lebbrosi sono dieci come il numero richiesto per l'assemblea sinagogale. Appena li vede, Gesù li rimette in cammino, offre loro una meta: "andate a presentarvi al sacerdote". Fate quello che dovete fare, consideratevi già guariti. Gesù li rimette così nel tessuto delle relazioni sociali. Tutti e dieci guariti ma uno solo tornerà indietro a ringraziare il maestro. Guarito come gli altri egli è anche salvato per la fede in Gesù. Una fede che diventa lode. Fede che riconosce la potenza del respiro di Dio nella sua vita.

Don Ivan Leto


Sacerdote della Diocesi di Civitavecchia-Tarquinia