Fratelli d’Italia anche nel nord del Lazio stravince le elezioni, con punte che vanno dal 40% di Viterbo, dove Mauro Rotelli è stato rieletto alla Camera dei Deputati con un risultato eccellente: oltre centomila voti su tutto il collegio, al 27% di Civitavecchia, in linea con il dato nazionale, ma con risvolti potenzialmente molto rilevanti sull’amministrazione Tedesco, che ha ottenuto complessivamente meno del 17%, con l’8,7% di Forza Italia e il 7,8% della Lega.

Proprio il crollo del carroccio è il dato da cui partire: Claudio Durigon è stato eletto nel collegio uninominale del Senato soprattutto grazie ai voti di Fratelli d’Italia, con il suo partito ridotto ovunque ai minimi termini.

A Civitavecchia, dove i salviniani esprimono il sindaco Tedesco e dove avevano candidato nel proporzionale Barbara La Rosa, mobilitando tutto il Polo Dem di Mirko Mecozzi, assorbendo nel gruppo consiliare anche l’ex coordinatore e capogruppo della Lega Alessandro D’Amico, il partito è finito anche dietro Forza Italia, racimolando 1.816 voti al Senato e 1.764 alla Camera. Tra il sindaco, la Lista Tedesco (o Polo Dem che dir si voglia), Giammusso e quel che resta del voto di opinione leghista, e la triade Cacciapuoti-Pepe-Marino si tratta di un risultato che in altri tempi avrebbe fatto dimettere anche gli uscieri del partito.

Oggi tutto si risolve con una scrollatina di spalle, o pensando che il voto amministrativo sarà tutta un’altra cosa rispetto a quello politico. In realtà, ci sono le regionali alle porte.

E la “pappina” rimediata ieri dovrebbe indurre a riflessioni e conseguenti azioni immediate. A partire dal fatto che Tedesco dovrebbe prendere atto del fatto di avere oggi, grazie alle sue scelte del tutto sbagliate, l’83% della città che ha votato contro la sua amministrazione. E che in ogni caso, sempre grazie a lui, Civitavecchia è l’unica città del collegio, insieme alla ex roccaforte rossa Allumiere (dove Landi ha vinto mettendo insieme tutti contro il Pd e Iv) dove il centrodestra unito è “sceso” al 44%, con Fratelli d'Italia, che lui ha estromesso dalla coalizione, che da solo ha preso più di Forza Italia e Lega messi insieme.

Tutti dati di cui, per le prossime scelte per la Regione e per il Pincio, sarà impossibile non tenere conto. Altro che ricandidature o “volemose bene”.

Il centrodestra a trazione verde-azzurra è destinato ad essere archiviato senza bis, insieme a chi lo ha (poco) degnamente rappresentato. Altrimenti vorrebbe dire che, pur con alcune differenze, la lezione Frontini a Viterbo non ha insegnato nulla altrove.

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