CIVITAVECCHIA - La rapina dei due quindicenni, uno di Civitavecchia, l’altro di Ladispoli, ai danni di un loro coetaneo compagno di scuola, potrebbe essere l’ennesimo atto di bullismo perpetrato nei confronti del ragazzo.

Sul caso, trattandosi di minori, vige il più stretto riserbo. Ma a quanto pare nella querela raccolta dai Carabinieri, con le dichiarazioni del giovane e dei suoi genitori, che hanno sottoscritto la denuncia, si rapresenterebbe una situazione in cui il quindicenne già in passato avrebbe subito altri episodi di bullismo da parte degli stessi compagni di scuola.

I genitori del ragazzo avrebbero dichiarato di essere stati all’oscuro di tutto fino a quando, nei giorni scorsi, sono sttai informati della rapina ai danni del figlio, che avrebbe poi raccontato loro di altri episodi simili del recente passato.

I Carabinieri hanno quindi ascoltato anche gli altri due ragazzi accusati dei fatti di bullismo, che però si sarebbero avvalsi della facoltà di non rispondere.

Su disposizione della Procura della Repubblica presso il Tribunale dei Minori di Roma i militari dell’Arma hanno esteso l’indagine per cercare ulteriori riscontri circa altri episodi di bullismo e in quest’ambito sono stati convocati anche alcuni insegnanti della scuola frequentata dai tre ragazzi, ma a quanto pare non sarebbero emersi ulteriori elementi rilevanti, nel senso che nessuno dei docenti sentiti avrebbe dichiarato di essersi accorto di una situazione così a rischio.

Non è da escludere che nei prossimi giorni possano essere sentiti anche altri compagni di scuola dei tre ragazzi.

Vista la delicatezza del caso e trattandosi di minorenni, i Carabinieri dovranno attendere l’autorizzazione da parte del magistrato del Tribunale dei Minori.

Come si ricorderà, nei giorni scorsi i Carabinieri del Radiomobile, nel transitare nei pressi di un istituto scolastico superiore, avevano sorpreso i due giovani che, con spinte e calci, avevano disarcionato dal sellino di un ciclomotore il 15enne di Civitavecchia, allontanandosi col veicolo lungo le vie del centro. Alla vista dei carabinieri, i due ragazzi avevano abbandonato lo scooter in strada e si erano dati alla fuga, ma erano stati bloccati dopo pochi metri.

Il Tribunale per i Minori di Roma ha convalidato gli arresti dei carabinieri, disponendo per gli indagati la misura cautelare della permanenza in casa, in attesa del processo.

Il fatto ha destato molto scalpore in città, avendo seguito di pochi giorni i fatti tragici di Gragnano dove un 13enne sarebbe stato addirittura indotto al suicidio da un branco di bulli.

Inoltre, la vicenda del ciclomotore ha riportato alla luce il fenomeno anche a Civitavecchia, dove non se ne parlava da tempo, ma evidentemente non è ancora del tutto debellato, nonostante la maggiore attenzione che da anni viene rivolta al problema da parte di tutte le scuole.

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