LADISPOLI – C’è un piano per prendere possesso di beni confiscati dalla mafia. A Ladispoli non mancano le strutture, la lista è piuttosto lungo, come confermato anche da Fiovo Bitti, delegato comunale alle Politiche sociali di Palazzo Falcone. Una ventina sono gli edifici non più in mano ai clan, otto in modo definivo e uno di questi è pronto ad essere ristrutturato con i fondi del Pnrr. Per Palazzo Falcone sarà molto utile per i progetti di estrema povertà. Ma sono tanti altri che lo Stato nel corso degli anni ha sfilato alla criminalità organizzata. E il Comune sta già pensando a come utilizzarli. Ville e appartamenti. Un magazzino e poi un’attività commerciale in pieno centro urbano. Tra quelli schedati sul sito Anbsc (Agenzia nazionale beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata), soltanto tre finora sono stati acquisiti a patrimonio pubblico. «Più di due milioni e mezzo ci verranno concessi per disabilità e povertà estrema – ribadisce il delegato Bitti – e ad esempio lo stabile di via Genova potrà essere incluso per realizzarci alcune opere a beneficio di questi finanziamenti. Ci sono altre 15 strutture in città confiscate anche se bisogna attendere che terminino i rispettivi procedimenti giudiziari». Circa due anni fa la giunta comunale aveva avuto il via libera per prendere possesso di un locale in via Genova per realizzare la “Cittadella della Solidarietà”, un progetto concreto per ospitare le associazioni umanitarie.


Nel 2013 il primo storico passo: la villa della Banda della Magliana a Marina San Nicola passò ufficialmente alla Capitaneria di porto, mentre nel 2016 un’altra abitazione delle cosche si trasformò in un luogo momentaneo per ospitare donne vittime di violenza o famiglia disagiate. «Ci vuole pazienza – prosegue il delegato Bitti – ma sono convinto che nei prossimi anni otterremo notizie positive sul fatto che lo Stato possa concederci degli immobili che una volta appartenevano alla criminalità organizzata».


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