CERVETERI – Provocano danni nelle campagne ma anche nell’area della palude di Torre Flavia. A poco a poco si sono moltiplicati senza che siano state adottate delle contromisure. Soltanto nell’oasi sono oltre 30 e potrebbero diventare anche di più durante il mese di agosto. Un rischio per gli altri animali del monumento naturale, per le uova dei futuri fratini e corrieri piccoli ma anche per turisti e residenti che popolano le spiagge. E mentre il comitato di zona di Cerenova e Campo di Mare si era fatto sentire temendo pure per le condizioni igienico sanitarie vista la presenza di mini discariche qua e la, è di queste ore la notizia del Tar che ha bocciato il ricorso di Lav, Enpa ed Oipa. In sostanza si possono abbattere 50mila cinghiali nel Lazio. La riduzione dei cinghiali è «un tema di salute pubblica, di sicurezza nella catena alimentare, di decoro urbano e di sicurezza nella mobilità», aveva anche detto l’assessore regionale alla Sanità, Alessio D’Amato. Cerveteri da mesi vive uno stato di emergenza anche perché i mammiferi vanno a passeggio tranquillamente e finora hanno provocato alcuni incidenti stradali. «Chiaro che servono soluzioni al più presto – commenta Riccardo Ferri, assessore all’Agricoltura – e le indicazioni che provengono anche dal Tar vanno in questa direzione. Anche in Palude si deve intervenire magari con delle apposite gabbie». Sono più di 30 i cinghiali in questo tratto costiero come confermato ieri da Corrado Battisti, gestore della palude per conto di Città Metropolitana. I residenti di Cerveteri hanno già segnalato la presenza di una colonia di almeno 9 esemplari stanziati nel boschetto dietro alla stazione ferroviaria di Cerenova. Un’altra famigliola si aggirerebbe vicino all’ex scalo di Furbara, proprio dentro l'area privata del Casale del Turbino e intorno al sito archeologico portato recentemente alla luce.
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Danni in Palude e nelle campagne: l’incubo cinghiali non è finito
28 luglio, 2022 • 07:36