GIAMPIERO ROMITI

Falliti i play off per l’insostenibile leggerezza dell’imprevedibilità di un risultato da cui dipende il momento di gloria o quello della disperazione per non aver centrato un obiettivo luminoso (e addirittura storico), è seguita quella pesantissima della scelta di rinunciare ad una categoria elitaria quale l’A2 che, oltre all’immagine della società “madre” della squadra, illumina financo, e in maniera abbagliante, quella di un’intera città. Basterebbero queste poche righe per sintetizzare l’incredibile ed incresciosa circostanza che sta paralizzando la pallanuoto femminile dopo l’annuncio, da parte della Cosernuoto, dell’addio alla seconda serie nazionale per motivi che sfuggono alla logica puramente sportiva. Il club ciononostante ha detto stop, che sarà pure figlio della diversità di vedute tra l’establishment gialloblu e i primi attori della rinascita del setterosa, il coach Lisi e il preparatore atletico Ronconi, ma di fatto non giustifica il drastico provvedimento assunto stando, solamente, a quanto espresso dal presidente Antonio Parisi nel comunicato ufficiale.

Che riportiamo testualmente: “La decisione sofferta ma obbligata a causa delle scelte di persone e atlete è quella di non iscrivere al campionato la squadra”. Seguono poi altre considerazioni che con l’aspetto tecnico poco o nulla hanno a che vedere (e la stesso vale per i demenziali post che da giorni impazzano su facebook e dimostrano quanto gli autori siano a corto di argomentazioni intelligenti ed interessanti – ndr -) e che meritano una seria riflessione. Ossia: le dimissioni del tecnico, e del suo più stretto collaboratore, non possono costituire la inderogabile condizione per dare l’addio al campionato dato che rientrano nella normalità allorquando viene a mancare la fiducia di una parte verso l’altra. Quindi succede, e le cronache sportive abbondano di simili episodi, per cui non è accaduto alcunché di così straordinario da far rimanere basito il numero uno della Cosernuoto: un tecnico abbandona e se c’è la ferma volontà di andare avanti, la società si mette immediatamente al lavoro per assumere un sostituto ritenuto all’altezza del compito da svolgere.

Per quanto concerne la richiesta del cartellino da parte delle giocatrici ( “non tutte per la verità” come ha precisato Parisi), anche in questo caso la società proprietaria del titolo, se intenzionata concretamente ad appartenere all’aristocrazia waterpolistica “rosa”, farebbe il possibile per persuaderle a restare magari assicurando l’allestimento di una squadra in grado quanto meno di ripetere le soddisfacenti prestazioni di quest’anno. Niente da fare, invece: annuncio secco di non iscrizione. E si fa strada il dubbio che, venuto a mancare l’apporto della Nautilus, la Cosernuoto avesse immediatamente scartato la chance di accollarsi il gravoso impegno di sostenere un campionato costoso. D’altro canto proprio Lisi nel corso dell’incontro con i giornalisti locali ha rimarcato senza mezzi termini che il sodalizio di Parisi, riguardo sia all’impegno economico che a quello organizzativo, dalla
prima all’ultimissima giornata del campionato ha contribuito in una misura ridottissima e questa pertanto parrebbe (condizionale pleonastico… - ndr -) la causa principale della clamorosa decisione di abbandonare i quartieri privilegiati della rassegna nazionale femminile. In proposito, se le parole dell’ex coach fossero finite nelle viscere dell’oblio, vale la pena ribadirle: “La Nautilus si è dovuta fare carico al novantanove per cento dei costi, mentre la Coser non ha rispettato l’unico onere a suo carico per gli spazi acqua indispensabili per curare al massimo la preparazione della squadra”. Ecco quindi che la “questione monetaria” potrebbe (ancora il condizionale pleonastico… - ndr -) essere stata valutata come una vera e propria montagna impossibile da scalare a seguito dello scioglimento del sodalizio con la società presieduta dal signor Cesare Barbetta. E adesso la domanda sorge spontanea: A2 solo un ricordo o ancora realtà? Il delegato allo sport Matteo Iacomelli (“farò il possibile per salvare il salvabile”, ha dichiarato) non ha perso la speranza e oggi incontrerà in Comune i rappresentanti di Cosernuoto e il tandem dimissionario Lisi-Ronconi.

Nell’attesa di conoscere la definitiva piega che prenderà questa vicenda che, lo ripetiamo fino alla noia, di sportivo non ha assolutamente nulla, lucidissimo è apparso il messaggio griffato da un appassionato di pallanuoto: “La Cosernuoto avrà avuto le sue ottime ragioni per aver messo in pratica la propria valutazione. Sarebbe però saggio, e dimostrerebbe davvero di volere il bene della pallanuoto, se mettesse il suo titolo a disposizione dell’Amministrazione Comunale. La quale potrebbe così farsi carico di esplorare se ci sia tra le società locali del settore acquatico chi voglia garantire la partecipazione alla serie A2”. Idea mica malvagia. E, visti i rapporti idilliaci praticamente da sempre intercorsi tra il Comune e la Coser (che oltre ad un impianto di sua proprietà, ne gestisce, dalla notte dei tempi, anche uno appartenente al Pincio e dunque pubblico), chissà che non disincagli l’odiosa situazione creatasi.

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